martedì 26 luglio 2022
La Sacra di San Michele è un nido d'aquila incastonato su uno sperone di roccia, all'ingresso della Val Susa. Da più di mille anni i pellegrini la frequentano, alcuni inerpicandosi a piedi lungo antichi sentieri. Impressionano la verticalità del luogo, i torrioni e le mura nude e altissime, come braccia tese verso il cielo che sembrano evocare in muta preghiera la presenza silenziosa e potente del Mistero. Suonano come se fossero pronunciate oggi le parole di Giovanni Paolo II che ci andò nel 1991: «Il nostro mondo inquieto, spesso preso dalla fretta e frastornato dai rumori, ha bisogno di luoghi privilegiati come questo, capace di far riscoprire il senso profondo della vita e di far ritrovare il proprio volto nella contemplazione del volto del Figlio dell'uomo, che qui si è manifestato a generazioni di monaci benedettini e continua a rivelarsi come dono di grazia a quanti lo cercano con cuore sincero». Al termine della visita, scendendo la scalinata e osservando per l'ennesima volta le pareti che svettano dalla roccia, il cuore è grato per essere stato invaso - anche solo per un'ora - da un alito di Dio. E mentre torni a valle ti senti rinvigorito, più certo che la vita può ripartire dopo essersi abbeverata a una fonte che non smette mai di zampillare. Come un'eco di eternità.
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