martedì 16 febbraio 2016
"No" del M5S al taglia-modifiche sulle unioni civili. Lavori sospesi. Critiche anche dai cattolici del Pd e dai centristi. DOSSIER
INTERVISTE Schifani (Ap): ora accordo largo | Romani (Fi): via le adozioni e legge in due giorni | Catalfo (M5S): il gruppo è granitico
M5S azzoppa il "canguro", ddl Cirinnà in bilico
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​Unioni civili, il Pd in Senato sceglie la linea dura ma le insidie dell'aula fanno saltare tutti i piani. Tutto da rifare, per il ddl Cirinnà la strada si presenta in salita. L'aula poco dopo le 19 ha votato a favore della richiesta avanzata dalla presidente dei senatori del gruppo MIsto Loredana De Petris (Sel) di sospendere la seduta dopo la decisione del M5S di non votare l'emendamento "canguro" di Marcucci. Si riprenderà domani mattina alle 9,30.Alle 16,30 inizia la seduta: nessun accordo sugli emendamenti, nessuna concessione ai cattolici del Pd sulla stepchild adoption, nessuno spacchettamento del "canguro" come chiedono centristi e cattodem. Ma ancora una volta a fare lo sgambetto al Pd sono i grillini che cambiano idea e annunciano il loro "no" al maxi-emendamento. Tutto da rifare insomma, la seduta viene aggiornata.  Per il ddl Cirinnà si prospetta il voto emendamento per emendamento (ne restano circa 800) e un confronto serrato sul tema più delicato: la stepchild adoption (l'adozione del figlio naturale del compagno). Un punto contestato dai cattolici del Pd e da Ap che da tempo ne chiede lo stralcio con il ministro Alfano.   Il clima è tesissimo per tutta la giornata, con tanto di insulti e il rebus del voto segreto. La spada di Damocle è il "super canguro" del Pd Marcucci (che ha come obiettivo quello di blindare il ddl Cirinnà, adozioni comprese, e bloccare l'ostruzionismo delle opposizioni) il maxi-emendamento premissivo che dovrebbe essere il primo ad essere votato. Ma in aula cambiano gli equilibri e le strategie. A protestare per primi sono i centristi che definiscono inacettabile la scelta del Pd di ratificare la legge senza discutere nel merito. "Se approviamo l'emendamento canguro e basta avremo svolto in quest'aula solo una funzione redigente, saremo di fronte a un "prendere o lasciare" dice Renato Schifani. Il capogruppo del Pd Zanda annuncia che non verrà ritiraro e definisce ingiuste le critiche e assicura che il dibattito parlamentare ci sarà: "restano in piedi la metà degli emendamenti e si voterà su tutti gli articoli, sull'art 5 a voto segreto" assicura.  Ma le sue parole non convincono il Movimento 5 stelle che dopo molti tentennamenti è ancora una volta quello che  sposta gli equilibri. In aula annuncia che non sostenerrà l'emendamento canguro di Marcucci. I numeri a questo punto non ci sono più. La seduta viene aggiornata a domani grazie alla richiesta di sospensione avanzata da Sel che toglie le castagne dal fuoco al Pd (e sostenuta anche dai verdiniani) mentre dai banchi le opposizioni invocano il voto sul super-canguro. Solo 11 i voti di scarto, con Ap che ha votato contro la sospensione. Un primo assaggio dei numeri risicatissimi su cui può contare il Pd.     
"Il M5s si assume una pesantissima responsabilità" commenta il senatore Andrea Marcucci. Il capogruppo Zanda si è subito riunito con la senatrice Monica Cirinnà per discutere del ritiro o meno dell'emendamento 'canguro'. Fonti Dem sottolineano come tutto il ddl Cirinnà sia in bilico a causa dei tanti "canguri" disseminati negli emendamenti lasciati dalla Lega. Due le strade nell'immediato per il Pd: ritirare l'emendamento Marcucci o tenerlo per poi vederlo probabilmente bocciato dall'aula. Soltanto domattina quando si conosceranno tutti gli emendamenti lasciati dalla Lega, si potrà capire quanto è accidentata la strada del provvedimento.
In mattinata si era concluso con un nulla di fatto il tentativo estremo di intesa sugli emendamenti.  L'accordo tra la Lega e il Pd era naufragato la scorsa settimana e i tentativi di ricucire sono andanti a vuoto, ma in aula il capogruppo Centinaio in aula ha annunciato a sorpresa il ritiro di oltre 4500 (ma altri 500 restano) emendamenti chiedendo al Pd di fare lo stesso, ritirando il canguro e aprendo il dibattito.    Anche i cattolici del Pd sono contrari alla forzatura decisa dal partito sugli emendamenti e chiedono che si possa votare in due momenti separati, sulle unioni e sulla stepchild adoption, il punto più controverso. La senatrice Pd Rosa Maria Di Giorgi spiega: "noi siamo contro al fatto che una legge non discussa in commissione non sia discussa anche in aula" ha aggiunto. Il punto è che il super-canguro cancellerebbe anche gli emendamenti presentati dai cattodem.  Nel corso di una riunione fiume del Pd ieri sera non è stata raggiunta una posizione comune sull'articolo 5 del ddl, che allarga alle coppie gay la possibilità di ricorrere alle adozioni speciali. I cattodem vogliono poter votare un loro emendamento a prima firma di Stefano Lepri che sostituisce la stepchild adoption con l'affido rafforzato, il resto del gruppo ritiene invece che senza quell'articolo la legge sarebbe insufficiente. Una soluzione potrebbe consistere nell'introdurre paletti ulteriori contro il ricorso all'utero in affitto, previsto da alcuni emendamenti, ma visto che la legge non parla di utero in affitto potrebbero essere dichiarati inammissibili. Della mediazione potrebbe allora far parte una mozione che Anna Finocchiaro presenterà che impegna il governo ad una iniziativa per la messa al bando a livello internazionale della pratica dell'utero in affitto.Intanto fa sentire forte e chiara la sua voce la senatrice Cirinnà, accusando i contrari alla stepchild adoption di fare discriminazioni. "Siamo arrivati al giorno X, mi sento una giovane universitaria a poche ore dall'esame". Inizia così il post pubblicato su Facebook da Monica Cirinnà, madrina del disegno di legge sulle unioni civili. "Spero che i tanti colleghi che oggi si interrogano su come votare sappiano che oggi scelgono da che parte stare della storia - spiega la senatrice - Se stare con le nuove famiglie che chiedono solamente una loro inclusione oppure dalla parte di chi continua a discriminare e a pensare che non siamo tutti uguali". 
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