lunedì 23 settembre 2013
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In merito al dibattito sulla legge contro l’omofobia il Consiglio Centrale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, riunitosi il 18 settembre 2013, formula le seguenti osservazioni: 1. L’UGCI fa propria nei confronti dell’omosessualità la fondamentale asserzione del Magistero della Chiesa, che, qualificando le pulsioni omosessuali alla stregua di un disordine oggettivo della personalità, non condanna moralmente le persone omosessuali in quanto tali, ma le pratiche omofile che essi possano porre in essere, in quanto prive di un loro ordine intrinseco –come peraltro tutte le pratiche sessuali libertarie, esercitate al di fuori dei vincoli coniugali e intenzionalmente precluse alla procreazione. 2. Sempre in piena sintonia con l’insegnamento della Chiesa, l’UGCI , ribadisce la ferma condanna di ogni atto violento e/o ingiustamente discriminatorio e quindi “deplora con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevoli e di azioni violente…[che] rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni” (Congregazione per la dottrina della fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, del 1° ottobre 1986, § 10).3. L’Unione condivide le affermazioni fatte dal Card. Bagnasco nella sua recente prolusione alle Settimane Sociali della Chiesa (14.9.2013) in merito a un’eventuale normativa penale contro l’omofobia e cioè che “nessuno discute il crimine e l’odiosità della violenza contro ogni persona, qualunque ne sia il motivo: tale decisa e codificata condanna…dovrebbe essere sufficiente in una società civile”. E a maggior ragione concorda col Cardinale, quando egli sottolinea che “nessuno dovrebbe discriminare, né tanto meno poter incriminare in alcun modo chi sostenga pubblicamente…che la famiglia è solo quella tra un uomo e una donna, fondata sul matrimonio o che la dimensione sessuata è un fatto di natura e non di cultura”. 4. A partire da queste considerazioni, l’UGCI prende atto e si interroga sulle richieste che emergono in alcuni settori dell’opinione pubblica per reprimere penalmente l’omofobia e si impegna ad approfondire adeguatamente tale tematica, pur ritenendo che la normativa vigente sia già adeguata a punire atti violenti e/o discriminatori contro gli omosessuali. 5. L’UGCI non ignora ed anzi valuta con profonda preoccupazione il tentativo ingiusto e anticostituzionale di strumentalizzare l’eventuale approvazione di una normativa anti-omofobica per limitare, anche marginalmente o indirettamente, il dibattito in merito all’omosessualità (giuridico, antropologico, teologico, pastorale, politico, sociale, medico, psicologico e psicoanalitico ecc.) e si augura unanime che il legislatore, ove giunga ad approvarla, inserisca in essa clausole che garantiscano, in modo inequivocabile, la libertà di pensiero, di espressione e di ricerca in materia, nonché il concreto esercizio dei diritti fondamentali costituzionalmente garantiti. L’UGCI è pronta a denunciare fermamente e in ogni sede una legge in cui siano assenti tali clausole o siano debolmente o ambiguamente formulate. 6. L’UGCI coglie l’occasione per ribadire l’importanza che il legislatore mantenga fermo il rilievo della differenza sessuale in ambito matrimoniale, familiare (con particolare riferimento all’adozione) ed educativo.
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