sabato 19 ottobre 2013
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«Le polemiche al nostro interno si sono scaricate sulle spalle di Monti. È stato un grave errore che dovevamo tutti evitare». Andrea Olivero, senatore di Scelta civica, si dice «personalmente molto dispiaciuto» e «politicamente preoccupato» per la decisione dell’ex presidente del Consiglio di abbandonare la guida del partito sbattendo la porta: «Il progetto di Scelta civica resta valido. E ha bisogno di Monti e della sua autorevolezza».Siamo alla scissione? Si parla di un gruppo autonomo popolare al Senato... Non è vero. Sono inutili provocazioni.Aleggia però su di voi l’accusa di tradimento...Non voglio fare polemiche. Vorrei però far presente che il nostro documento di sostegno al governo, quello dei 12 senatori, non aveva come obiettivo il presidente Monti, al quale sono andati sempre il nostro rispetto e la nostra massima considerazione, ma alcuni esponenti di Scelta civica particolarmente critici, direi persino astiosi, con le scelte economiche governo Letta, e in un modo astratto, ossia senza tener conto della reale situazione economica del Paese. E vorrei anche sommessamente far notare che la settimana scorsa 17 deputati, dopo che Monti si era detto favorevole all’approdo del Ppe, hanno firmato un documento per dire che loro volevano andare con i liberali europei. Non si vede perché i 12 senatori dovrebbero essere ribelli e traditori mentre i 17 deputati fornirebbero un contributo al dibattito interno.C’è chi accusa il ministro Mauro di voler tornare nelle braccia di Berlusconi, a cominciare dalla decisione di non votare la decadenza del Cavaliere.La vicenda sulla decadenza non c’entra nulla. Albertini e Mauro hanno dichiarato da un pezzo che voteranno contro, in nome dell’amicizia personale con Berlusconi. Io per esempio voterò a favore della decadenza. Sarà un voto di coscienza, non attiene alle decisioni di gruppo. Quanto al resto, le accuse a Mauro sono ingiuste. Ha lasciato Berlusconi quando quest’ultimo era saldamente in sella e dovrebbe tornarci ora, che il Cavaliere è alla fine della parabola politica? Mauro si è mosso in queste ultime settimane con un solo obiettivo: quello di tenere in piedi il governo di cui l’Italia ha bisogno. Un governo che ha bisogno di critiche e di stimoli, sicuramente, ma anche di sostegni determinati.Sembra però arrivato in Scelta Civica il "redde rationem" tra l’area laico-liberale e quella cattolico-popolare...Le difficoltà sono sorte subito. E devo dire che non siamo stati in grado di incanalarle in una corretta dialettica interna, anzi le abbiamo tutti alimentate, fino al muro contro muro. Credo però che l’intesa tra laici e cattolici riformisti sia una strategia ancora valida. Nessuno di noi ha mai pensato di far nascere un partito confessionale.E ora come se ne esce?Io ho sempre lavorato per l’unità e lo sto facendo anche ora. Quando è servito a questo obiettivo non ho esitato a dare le dimissioni da coordinatore. Certo, speravo che il mio gesto contribuisse al chiarimento interno. Devo ammettere che questo non c’è stato. Credo, allora, che dovremo procedere a un dibattito interno serrato e schietto, ritrovando le ragioni forti dello stare insieme. Solo allora potremo chiedere con sincerità a Monti di tornare a ispirare e guidare il nostro progetto.
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