giovedì 18 luglio 2013
​Un duro monito alle forze di maggioranza a non indebolire irresponsabilmente il governo e un deciso sostegno a Enrico Letta ad andare avanti nel suo "cronoprogramma di 18 mesi" è venuto questa mattina dal presidente della Repubbliuca Giorgio Napolitano. E sul caso kazako: inaudito.
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Un duro monito alle forze di maggioranza a non indebolire irresponsabilmente il governo e un deciso sostegno a Enrico Letta ad andare avanti nel suo "cronoprogramma di 18 mesi" è venuto questa mattina dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.Napolitano ha parlato al Quirinale nel corso della cerimonia del vantaglio di auguri della stampa parlamentare prima delle vacanze estive."Si può mettere a repentaglio la continuità di questo governo impegnato in un programma di attività ben definito, senza offrire pesanti ragioni ai più malevoli e anche interessati critici e detrattori del nostro Paese, pronti a proclamare l'ingovernabilità e l'inaffidabilità dell'Italia? I contraccolpi a nostro danno, nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari, si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili", ha detto il capo dello Stato.A proposito di "suggestioni di alternative" al governo Letta, Napolitano ha invitato "coloro che lavorano su ipotesi più o meno fumose o arbitrarie a non contare su decisioni che quando si fosse creato un vuoto politico spetterebbero al presidente della Repubblica. Non ci si avventuri perciò a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica post elettorale ha reso obbligato e per una ingiustificabile sottovalutazione delle conseguenze cui si esporrebbe il Paese"."L'uscita dalla procedura di deficit eccessivo è il primo risultato [di questo governo] da non dissipare", ha poi aggiunto.Quindi un richiamo a non mischiare le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi con la tenuta del governo: "Si sgombri il terreno da sovrapposizioni improprie come quella tra vicende giudiziarie dell'onorevole Berlusconi e prospettive di vita dell'attuale governo. Dovrebbe riconoscersi che è interesse comune affidarsi con rispetto - senza pressioni né in un senso né nell'altro - alle decisioni della Corte di Cassazione, e affidarsi correttamente - chi ha da difendersi - all'esercizio dei diritti e delle ragioni della difesa".Dopo aver definito "inaudito" il caso delle donne kazake espulse, un ultimo richiamo all'attualità politica ha riguardato la polemica sull'insulto razzista del vicepresidente leghista del Senato Roberto Calderoli alla ministra Cecile Kyenge: "Siamo dinanzi a minacce e pratiche di violenza e dinanzi all'ingiuria indecente e aggressiva, specie se a fondo razzista o maschilista, e ancor più se pronunciata da chi dovrebbe unire alla dignità personale quella istituzionale. Rispetto a ciò è tempo di levare un argine comune".Un ultimo richiamo alla stampa: "Mai indulgerò alle tendenze di taluni a fare la stampa da bersaglio", ma "il richiamo mio si rivolge anche alla stampa".
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