martedì 30 aprile 2013
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Mario Mauro è stato fra i primi ad andare in ospedale col collega Angelino Alfano a far visita ai carabinieri feriti. È stato il primo atto da ministro, dopo il giuramento. «Quanto accaduto, frutto del disagio di una persona - spiega il neo ministro della Difesa -, si incrocia con la tendenza molto diffusa a eludere la natura complessa dei problemi individuando un nemico a portata di tiro. La responsabilità della politica consiste nella vigliaccheria di non aver saputo parlare un linguaggio di verità con la gente in difficoltà e nell’incapacità di guardare all’altro, all’avversario, come opportunità per il bene comune. Questo governo nasce proprio dall’esigenza di una stagione di riconciliazione. Certo, le differenze sono sono il sale della democrazia, ma quando diventa sterile contrapposizione (nell’interesse di spezzoni di classe dirigente che sopravvivono solo finché il conflitto permane) il risultato - conclude - è il decadimento della convivenza civile».Il nome di Mauro era stato associato sui giornali ad altri dicasteri. Ma lui esclude di aver coltivato altre idee: «Quando mi ha telefonato Napolitano per propormi la Difesa mi sono sentito onorato e felice. Negli anni a Strasburgo ho capito quanto sia fondata la convinzione di De Gasperi. L’Europa o sarà politica, con una Difesa comune, o non sarà».Senza cadere in assurdi giustificazionismi, il lavoro che non c’è, fonte disperazione, diventa una priorità assoluta.Intanto mi faccia spendere delle parole per i carabinieri e più in generale per le forze armate e di polizia. Che ci testimoniano come si possa vivere in condizioni non agiate conservando grandi valori, fino a mettere a rischio la vita per la democrazia e la libertà dei cittadini. Detto ciò, questo governo ha messo in cima ai suoi obiettivi il lavoro e la lotta alla disoccupazione.Contro la disperazione, certo, lo Stato non può fare da solo. Ma neanche può dare l’impressione di lasciare le persone sole.Le parole chiave del discorso di Letta sono state solidarietà e sussidiarietà. Ma non sono slogan, metteremo presto in campo iniziative concrete. Contro la disperazione tutti debbono fare la loro parte, servono luoghi di ascolto e di aiuto immediato, penso alle Caritas, al Banco Alimentare, al volontariato, ai sindacati, e alle associazioni datoriali, penso ai presidi dei servizi sociali. Tutte queste risorse umane e queste strutture debbono essere messe a sistema per riscoprire le istituzioni "amiche" e non ostili come certa propaganda e certa politica dissennata le hanno descritte. Con qualche colpa della politica stessa nel non dare risposte efficaci ai bisogni e nel non mettere riparo a costi ormai insostenibili.Nel caso di Luigi Preiti un ruolo devastante nel demolire una famiglia lo avrebbe svolto anche il gioco. Che linea avrà il nuovo governo su questa grave patologia sociale?Il governo Monti con il decreto Balduzzi ha segnato una chiara inversione di tendenza. E noi andremo avanti su quella linea, senza tentennamenti, non è pensabile che un governo che mette la famiglia e il lavoro nelle priorità poi dia spazio a un potente nemico dell’integrità familiare, quale è la ludopatia.
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