giovedì 18 luglio 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
«Totale estraneità del ministro Alfano», ma «non ci devono essere ombre». «Sono tranquillissimo con il mio partito, con Renzi nessun problema». «Non vedo su questo tema nubi all’orizzonte» del governo. Da Londra Enrico Letta prova a disinnescare la mina kazaka e, soprattutto, le possibili conseguenze sulla salute dell’esecutivo. Così assicura: «Sarò in Senato venerdì». Il giorno del voto sulla mozione di sfiducia ad Alfano presentata da Sel e M5S. Una risposta a chi aveva ipotizzato, invece, una presa di distanza dal suo vice. E anzi, secondo alcune indiscrezioni, prenderà lui stesso la parola in Aula. Frasi nette quelle pronunciate ieri dal presidente del Consiglio nella conferenza col premier britannico David Cameron che, sul caso, si limita a un diplomatico no comment: «C’è un procedimento legale in corso sul quale non posso commentare. Non parlo su casi individuali». Letta, invece, non si nega alle domande. «Sono stato io a chiedere la relazione – spiega – ed è stata resa pubblica da Palazzo Chigi. L’ho letta con attenzione. È una relazione molto approfondita, dalla quale emerge, secondo me, l’estraneità di Alfano. Dopodiché venerdì sarò in Parlamento, in Senato, e quella sarà la sede opportuna. Su questo tema mi fermo qui, potete continuare, ma non dirò di più di quello che ho detto». Non risponde alle domande sulle interviste rilasciate dall’ex capo di gabinetto del Viminale, Giuseppe Procaccini. Aggiunge, però, di aver «deciso per una linea della massima trasparenza, è tutto pubblico, non ci deve essere alcuna ombra. La mia linea fin da subito – insiste il premier – è stata quella della total disclosure, della massima trasparenza su questa vicenda». Ci sono però le fibrillazioni nel Pd, le non poche critiche, in particolare di Matteo Renzi. Anche su queste Letta non si tira indietro. «Ho chiesto io l’inchiesta interna – torna a ripetere – poi l’ho resa pubblica e venerdì sarò in Parlamento. Che altro devo fare? Sono tranquillissimo con il mio partito, con Renzi nessun problema, ci parliamo, ci siamo parlati. Ci parliamo continuamente». Acqua sul fuoco, anche sulla stabilità del governo. «Non ho mai scommesso in vita mia, non scommetto per definizione e non comincerò ora, ma non vedo su questo tema nubi all’orizzonte, perché il Paese sa quali sono le sue responsabilità e sa quali sono le necessità per l’economia e per la crescita»». Così risponde a chi gli chiede se sia disposto, nella terra dei bookmaker, a scommettere sulla durata del suo esecutivo. Ma il tema della stabilità sta molto a cuore a Letta. E su questo insiste più volte nel suo intervento. «Torno a Roma dopo due giorni di incontri con persone che chiedono solo la stabilità per poter investire in Italia. È essenziale, sono convinto che la stabilità é un bene e io lavorerò per essa, farò i ragionamenti e parlerò con chiunque per concentrarsi sulla crescita e sulla disoccupazione». Un ulteriore invito a disinnescare il caso kazako e occuparsi dei gravi problemi del Paese. Così dal numero 10 di Downing Street, lancia un appello ai partiti in Italia e ricorda che «la stabilità politica è assolutamente necessaria, altrimenti sarà impossibile ottenere la ripresa». Ricorda l’impegno del Parlamento italiano per riforme istituzionali che garantiscano maggiore stabilità. «Chiederò ai partiti di continuare su questo percorso perché è quello giusto», è l’appello del capo del governo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: