lunedì 10 novembre 2014
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​Un anno e mezzo vissuto tra successi politici (come nel caso del primo sì alle riforme) e alcune delusioni (lo stallo della nuova legge elettorale). Queste le tappe salienti del secondo mandato di Giorgio Napolitano. LA RIELEZIONE Dopo l'impasse del Parlamento nella scelta del suo successore (con la bocciatura di Franco Marini e Romano Prodi), Giorgio Napolitano viene praticamente implorato di restare per un secondo mandato. E rieletto il 20 aprile 2013 da un ampio schieramento con 738 voti. Napolitano diviene il primo presidente, nella storia dell'Italia repubblicana, ad essere eletto per un secondo mandato. Nel suo discorso di insediamento striglia i partiti e punta l'indice contro i loro "tatticismi" che hanno portato il confronto tra le forze politiche a "esiti minimalistici".    GOVERNO LETTA Dopo la rielezione, Napolitano supera lo stallo prodotto dal risultato delle elezioni politiche (che assegna la maggioranza al centrosinistra solo alla Camera) dando vita al governo di larghe intese guidato da Enrico Letta. L'incarico viene dato il 24 aprile, con la motivazione che "la sola prospettiva possibile è quella di una larga convergenza".   LA QUERELLE SULLA GRAZIA A BERLUSCONI L'argomento tiene banco nella seconda parte del 2013, dopo la condanna definitiva di Berlusconi per frode fiscale. Il Quirinale spiega che è necessaria una richiesta formale da parte di Berlusconi, che però non intende presentarla. Di conseguenza a novembre il Colle fa sapere che non ci sono le condizioni per concederla. MESSAGGIO SULLE CARCERI Nell'ottobre del 2013 Napolitano invia un messaggio al Parlamento in cui chiede di risolvere l'emergenza carceri anche pensando a provvedimenti di clemenza.  GOVERNO RENZI  L'incarico di formare un nuovo governo è stato affidato dal presidente Giorgio Napolitano a Matteo Renzi il 17 febbraio 2014 dopo le dimissioni di Enrico Letta, di fatto sfiduciato dalla direzione nazionale del Pd.   IL SÌ DELLA CAMERA ALLA NUOVA LEGGE ELETTORALE Il pressing di Napolitano sulle riforme coglie un primo successo il 12 marzo del 2014 quando la Camera approva in prima lettura la nuova legge elettorale, l'Italicum, che però da allora è bloccata in Parlamento. E QUELLO DEL SENATO AL DDL BOSCHI Altro risultato positivo degli sforzi di Napolitano il primo sì del Senato l'8 agosto al ddl Boschi, che cambia la Costituzione e abolisce il bicameralismo perfetto.   LA DEPOSIZIONE AL COLLE NEL PROCESSO STATO-MAFIA  Il 28 ottobre scorso Napolitano è chiamato a testimoniare nel processo sulla presunta trattativa Stato-Mafia. Arrivano al Quirinale giudici, pm e avvocati degli imputati (tra i quali quello di Totò Riina). Un momento che Napolitano non avrebbe voluto vivere. Comunque risponde a tutte le domande e conferma che allora si ipotizzava che la mafia, con le stragi dei primi anni '90 tentò di ricattare lo Stato.
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