venerdì 27 settembre 2013
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Roberto Snaidero nei giorni scorsi era a New York. «Sono appena rientrato da una serie di presentazioni del settore cucina e mobile italiano, fatte davanti a diversi investitori stranieri» dice, appena atterrato a Roma. Ironia della sorte, in uno degli spostamenti nella Grande Mela ha incrociato in hotel il presidente del Consiglio, impegnato nei road show di Destinazione Italia, il piano che punta ad attrarre soggetti stranieri nel nostro Paese. «Conosco Enrico da tempo. Gli ho detto: andiamo avanti così, il governo deve tenere duro. Siamo in tanti a scommettere ancora sul made in Italy. Sto facendo l’impossibile anch’io, mi ha risposto».L’aneddoto che uno Snaidero ancora divertito racconta, è una piccola metafora di quel che tanti capitani d’industria, piccoli e grandi, si aspettano dal mondo politico. «Bisogna andare avanti, ad ogni costo, evitando crisi al buio» dice il presidente di Federlegno Arredo.Quali sono i timori maggiori per le imprese italiane, in una fase politica come questa ad alto tasso di instabilità?La preoccupazione maggiore è che si rovini quel piccolo patrimonio fatto di fiducia e di credibilità, costruito in questi mesi. L’industria italiana è da sempre impegnata a costruire un’immagine positiva del nostro Paese. Nel mondo, tutti sanno che il made in Italy che noi esportiamo non è secondo a nessuno, per qualità e innovazione. Il settore che rappresento, tra l’altro, ha trovato in questo governo un interlocutore serio e affidabile, come dimostra la vicenda del «bonus mobili», che consente detrazioni fiscali per le famiglie impegnate in piani di ristrutturazione edilizia. Un segnale importante per noi, che vorremmo venisse confermato anche nel 2014.Non è detto che, fra tre mesi, l’esecutivo sia lo stesso di oggi.Occorre che tutti facciano un passo indietro: le imprese, i sindacati, i partiti. Senza stabilità politica nel medio e lungo termine, non si va da nessuna parte. Non è l’ora per fare giochi di palazzo. Le forze politiche che, con grande saggezza, ad aprile hanno deciso di sostenere l’esperienza attuale del governo di larghe intese, devono andare avanti. Confido molto nella figura di garanzia del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.Qual è l’umore di chi tutti i giorni va in fabbrica o nelle fiere per vendere i nostri prodotti?Chi lavora tutti i giorni nei nostri stabilimenti chiede una sola cosa: avere un futuro davanti, tornare a creare ricchezza e a distribuirla. Mi creda, è un sentimento che unisce i datori di lavoro ai loro dipendenti e collaboratori. Le dirò di più: i timidi segnali di ripresa che vedo, soprattutto all’estero, non vanno vanificati. I dati del mercato americano sono positivi e dicono che la crescita c’è e può creare ancora più opportunità. Le imprese vogliono cogliere al volo queste aspettative, ma il consumatore medio italiano è ancora troppo timoroso. Il punto è che, se prevale la paura, alla fine torniamo punto a capo. Non si investe, il credito si restringe e la domanda interna resta ferma.Il lavoro a quel punto diventerebbe un traguardo ancora più lontano...Guardi, nelle scorse settimane come Federlegno abbiamo firmato un contratto nazionale che vuole accelerare sull’inserimento dei nostri giovani nel mercato occupazionale. Bisogna muoversi concretamente, dando per quanto possibile maggiori certezze a chi vuole un impiego a tempo indeterminato.
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