mercoledì 4 febbraio 2015
​​L'ex ministro chiede l'azzeramento dei vertici. Brunetta e gli altri presentano le dimissioni ma il Cavaliere le respinge. Toti: il patto del Nazareno è morto.
COMMENTA E CONDIVIDI
Forza Italia nella bufera: dopo il passo falso sull'elezione del presidente della Repubblica che ha messo in discussione il patto del Nazareno il partito si presenta diviso a metà. ​La spaccatura interna diventa evidente anche fisicamente con Berlusconi che chiama a raccolta i suoi da una parte e il ribelle Raffaele Fitto che convoca una conferenza stampa dall'altra. Tutto avviente nel giro di una mattinata: la "voce contro" che chiede l'azzeramento dei vertici del partito, i quali si riuniscono, mettono sul tavolo le loro dimissioni e si vedono confermare la fiducia da parte di Silvio Berlusconi. È, in estrema sintesi, il canovaccio della convulsa giornata in casa Forza Italia, dove l'onda d'urto del dossier Quirinale continua a mettere sul banco degli imputati l'accordo sulle riforme con il Pd ma anche gli assetti interni. Come annunciato ieri sera, Raffaele Fitto incontra i giornalisti alla Camera proprio mentre a palazzo Grazioli si riunisce l'Ufficio di presidenza Fi: l'europarlamentare azzurro ne fa parte ma da tempo ne ha disconosciuto la legittimità formale e quindi lo diserta, al netto delle battaglie in punto di diritto su titolarità e convocazione che in circostanze del genere si scatenano. Fitto ribadisce che non pensa proprio di andarsene da Forza Italia. Al contrario "resto e porterò avanti questa battaglia dall'interno", al grido "vanno azzerati tutti i vertici: basta con i nominati dall'alto". Basta riavvolgere il nastro a ieri per avere un'idea della fibrillazione dentro Fi: Berlusconi ha tentato di comporre le fratture incontrando prima Denis Verdini e poi lo stesso Raffaele Fitto e, in serata, ha poi riunito a palazzo Grazioli i fedelissimi. Ed è proprio a quella riunione, viene riferito, che a tarda sera è stata decisa la convocazione prima dell'ufficio di presidenza 'ristrettò, con la partecipazione dei soli aventi diritto di voto, ovvero una trentina di componenti, poi la convocazione dei gruppi di Camera e Senato nel pomeriggio. Convocazione questa saltata in mattinata e slittata a mercoledì. Fitto chiede tabula rasa ed ecco che capigruppo, vicecapigruppo e i vertici Fi in blocco presenti al Comitato di presidenza affidano le loro dimissioni dai rispettivi incarichi a Berlusconi. Il quale le respinge, confermando a tutti piena fiducia. Intanto, "il patto del Nazareno è rotto, congelato, finito", annuncia Giovanni Toti. E proprio il patto siglato tra Berlusconi e Renzi è finito sul 'banco degli imputatì durante la riunione del comitato ristretto di Forza Italia. I vertici del partito, viene riferito, hanno duramente criticato le posizioni assunte dal premier in occasione dell'elezione del nuovo Capo dello Stato e la questione è proprio ragionare sul proseguire con il patto del Nazareno o meno, visto che per primo, dicono gli azzurri, è stato Renzi a disattendere la parola data.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: