lunedì 10 dicembre 2012
Mario Monti da Oslo prende tempo sulla candidatura e cerca di rassicurare: «Non bisogna drammatizzare le reazioni dei mercati». Crescono le turbolenze nel PdL, mentre Bersani mette le mai avanti contro un'eventuale discesa in campo del premier. Per Berlusconi sono «offensive» le reazioni europee all'annuncio del suo ritorno. I centristi si danno da fare, ma attendono di capire cosa farà Monti. (di Roberta D'Angelo)
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Mario Monti si aspettava la reazione dei mercati e per questo aveva dato la notizia delle dimissioni al presidente Napolitano a borse chiuse, sabato sera. Timori fondati, visti gli andamenti negativi e il balzo dello spread. Ma da Oslo, in conferenza stampa, il premier prende tempo sulla candidatura e cerca di rassicurare: «Non bisogna drammatizzare le reazioni dei mercati». Piuttosto, . Insomma, il presidente del Consiglio punta ad approvare la legge di stabilità, nei tempi necessari. «Tutti i miei sforzi ­– dice – sono concentrati al completamento del tempo rimanente al governo attuale, che sembra essere un tempo abbastanza limitato, che richiede una applicazione intensa di mente e energia da parte mia e dei colleghi del Consiglio dei ministri». Nessun vuoto, dunque, con il governo che lavorerà «per l’ordinaria amministrazione anche dopo che il capo dello Stato avrà deciso lo scioglimento delle Camere, e fino a che passerà le consegne».Quanto alla candidatura, per ora Monti non scioglie le riserve. «Non sto considerando questa questione. In particolare in questa fase tutti i miei sforzi sono concentrati nel completamento del tempo rimanente, che sembra limitato ma richiede applicazione intensa ed energia anche da parte mia», dice.Parole dietro le quali c’è chi giurerebbe che tutto si capirà non appena sarà varata la legge di stabilità. Subito dopo il presidente della Repubblica dovrebbe sciogliere le Camere per votare, verosimilmente, il 17 o il 24 febbraio (data in cui potrebbero essere accorpate le regionali di Lombardia e Molise, secondo il ministro Cancellieri, che attende l’ultima parola dal Quirinale. Per il Lazio il Tar ha già stabilito il elezioni il 3).Per ora si susseguono le congetture e gli ipotetici scenari, mentre al Quirinale Napolitano riceve il ministro per i Rapporti con il Parlamento Giarda e il sottosegretario D’Andrea, anche per fare il punto dell’iter della legge di stabilità. Nel Pdl, invece, si consuma lo psicodramma di quanti sono rimasti spiazzati dal rientro in campo di Berlusconi. Ma il Cavaliere torna agguerrito e attacca le . Per l’ex premier sarebbero «offensive, non tanto nei miei confronti quanto per la libertà di scelta degli italiani. Per quanto mi riguarda - aggiunge -, sono sempre stato un europeista convinto e mi sono sempre battuto per un'Europa meno burocratica e più unita politicamente, con una politica monetaria unica, con una politica estera unica, con una politica della difesa unica, e quindi una Europa che conti di più sulla scena internazionale». Anche il segretario Angelino Alfano resta sulla difensiva e continua a confermare il senso di responsabilità del suo partito.I centristi si danno da fare, ma le diverse espressioni dell’area moderata attendono di capire cosa farà Monti.Nel Pd si respira un’altra aria, ma non senza una certa tensione. L’annuncio di Monti ha spiazzato anche Bersani, che dice chiaramente «meglio che Monti resti fuori dalla contesa». Il segretario del Pd non fa mistero di vedere bene il Professore al Quirinale. Ma poiché si voterà con il Porcellum (il presidente della Commissione affari costituzionali del Senato Vizzini ha definitivamente escluso che si possa modificare la legge elettorale), ebbene, il sistema potrebbe consegnare al Pd un Parlamento diviso, come ai tempi di Prodi, con la maggioranza alla Camera e un Senato traballante. Allora Bersani ha davanti scenari differenti, che dipendono dalle scelte di Monti.Per evitare che Berlusconi sia decisivo a Palazzo Madama, una discesa in campo di Monti (con il suo nome nella lista dei centristi o con una candidatura vera e propria) toglierebbe la palla al Pdl per darla all’area centrista. E allora lo stesso Bersani potrebbe trovare un accordo con Monti a elezioni avvenute. Per ora, però, il leader del Pd vuole giocarsela tutta, convinto di potercela fare in entrambi i rami del Parlamento. Quanto all’agenda Monti, il segretario democratico assicura continuità, ma con alcune modifiche. Quelle che lo stesso Monti non apprezza, e che potrebbero convincerlo a scendere in campo, per salvare il proprio lavoro. ​
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