martedì 9 ottobre 2012
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​Enti locali “sciuponi”? La ricetta per impedire la dispersione dei trasferimenti sembra essere già bella e pronta, tanto che il presidente del Consiglio Mario Monti l’avrebbe anticipata ieri durante l’incontro con Regioni ed enti locali andato in scena a Palazzo Chigi. In pratica, ha annunciato il premier, il Consiglio dei ministri ha iniziato ad occuparsi della riforma costituzionale del titolo V, in modo da riportare alcune competenze introdotte con la devolution di nuovo a livello centrale o in capo a Roma, come direbbe appunto la Lega Nord, che ovviamente è già sul piede di guerra. Insomma, stop all’introduzione del Federalismo e non solo. Nel testo c’è anche un forte passo indietro su quanto già concesso fino ad oggi agli enti locali. Nella bozza di legge andata in Consiglio dei ministri ieri sera per un primo esame, viene scritto, per esempio, che «porti marittimi e aeroporti civili, di interesse nazionale e internazionale, grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia» saranno oggetto di revisione. In più sempre nel documento figura anche una norma che stabilisce un controllo da parte della Corte dei Conti sui bilanci delle Regioni e l’incasso di tasse e tributi, mentre la Conferenza Stato-Regioni dovrebbe assumere “rango costituzionale”. Un “contentino” che tuttavia non serve certo a placare le ire dei governatori e soprattutto quelle Lega Nord che rifiuta l’idea di “gettare a mare” il Federalismo e di ridimensionare soprattutto le Regioni, anche se a Pdl e Pd la riforma Monti non dispiace affatto. Mentre Pier Ferdinando Casini schiera decisamente l’Udc a favore della linea MontiAppresa la notizia delle intenzioni del governo, il presidente della Commissione federalismo fiscale, Enrico La Loggia, ha convocato l’ufficio di Presidenza del suo gruppo di lavoro in Parlamento. Il Carroccio ha picchiato i pugni sul tavolo chiedendo – immediatamente - l’audizione del Presidente del Consiglio Mario Monti. Per il segretario federale, Roberto Maroni e per tutto il partito «sarebbe in atto un tentativo volto a minare l’autonomia legislativa e di entrata e spesa delle Regioni sulla base della quale si è svolto l’intero processo del federalismo fiscale». Durissimo anche anche l’ex ministro della Semplificazione, il leghista Roberto Calderoli, che parla apertamente di «presa in giro». Ma è ampio il fronte delle Regioni che parte all’attacco. Avvisa il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni: «Un governo tecnico, che aveva un compito riguardante l’economia, non vada oltre. Questo tema tocca alla politica». No duri di Flavio Tosi e Luca Zaia. Perplessità da parte di Vasco Errani. Secondo Formigoni, il tornare indietro sulla strada delle maggiori autonomie locali sarebbe uno «stravolgimento dell’Italia, che è un Paese fatto dalle autonomie: è stato Napoleone a importare lo Stato centralista in Italia, modello che è fallito e che è una cosa contro natura».
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