giovedì 8 settembre 2016
Intervista al Premio Nobel sulle difficoltà del Movimento a Roma
Giunta Raggi, si dimette il mini-direttorio. Stop a De Dominicis
Dario Fo: diamo tempo ai 5 Stelle
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Dalla sua casa di Milano Dario Fo continua a vivere senza alcun dubbio il suo sostegno ai Cinque stelle. Il premio Nobel della letteratura non drammatizza rotture e disaccordi dentro il Movimento e preferisce restare concentrato sugli sviluppi futuri, ricorrendo a una immagine in prima persona plurale: «Non dobbiamo diventare un animale braccato, come vorrebbero molti, ma restare in fuga, avanti agli altri». Come trova lo stato di salute di M5S?Mi pare che la situazione stia rientrando. I cinque del direttorio hanno accettato le indicazioni di Grillo che ha invitato a evitare le risse comuni, a spianare tutto e ricominciare da capo. Non si poteva andare avanti così.Trova normale che la formazione della giunta Raggi sia una storia infinita?È la prima giunta che si fa, con logiche diverse, in una città segnata da affari, convenienze e connivenze. Dove a certi livelli la prassi è lo scambio di favori e d’intrallazzi. È un altro stile, un altro linguaggio, un altro mondo…Ok, però i sindaci di punta entrano tutti in attrito col Movimento. Anche questo le pare normale?No, guardi, ci sono frizioni perché la posta in gioco è alta: è riuscire a fare qualcosa che nessuno ha mai fatto, ovvero interrompere la serie interminabile di ruberie, nefandezze e zozzerie del passato. È solo su questo che va posta l’attenzione. Non bisogna accettare ricatti da chi ha in mano gli affari sporchi di Roma, città che ha bisogno di una autentica trasformazione civile.A proposito: le Olimpiadi del 2024 vanno fatte?No. Sarebbero una calamita per altri affari sporchi, oltre che una perdita gigantesca per il Comune, che ha ben altre priorità. Prima bisogna adeguare i servizi pubblici, poi si può pensare ad altro.Non la sconcerta un po’ nemmeno questa serie infinita di errori e gaffe dentro M5S?Bisogna conoscere tutti questi giovani. Io li conosco, non è vero che c’è rivalità fra di loro. Certo, sono stati commessi degli errori ma si tratta di ingenuità. Per anni si è accettato dagli altri partiti ogni sorta di malaffare e di trucchi, ogni giorno assistiamo a quanto messo in campo da una sinistra che non è altro che una destra mascherata da progressista. Al confronto, gli sbagli di M5S sono roba da ridere. Perché, nella grande stampa, nessuno parla con uguale enfasi dei guai dello staff di Sala a Milano? È assurdo che la stessa gente che ha creato lo sterco a Roma stia ora a fare le pulci a questi ragazzi. Fossimo a teatro, saremmo nella farsa, nel grottesco.Non pensa che Di Maio si sia bruciato le chance da futuro candidato premier?No. Lui si è preso la sua colpa, anche esagerando nella modalità delle scuse. È un giovane pulito, ma non bisogna esagerare a mettersi la cenere sul capo. In fondo non c’è nessun reato, solo qualche bugia. Anche per la Muraro non è ancora chiaro se c’è una vera ipotesi di reato, mi pare che gli stessi giudici siano in stallo da due mesi, ora vedremo se sentiranno l’assessore.Non stona però il doppiopesismo di M5S rispetto agli indagati degli altri partiti?Questo è il gioco delle parti. Ma non c’è paragone fra la massa di errori degli uni e quella delle trame, spesso anche criminali, degli altri.Ha sentito Grillo nelle ultime ore?Un paio di giorni fa. Era molto su di giri. Mi ha detto: «Questa cosa la mettiamo a posto e andiamo avanti». Beppe ha ripreso completamente in mano la situazione.Lei è stato sul palco elettorale della Raggi alla vigilia delle elezioni. Quale consiglio le darebbe oggi?Solo lei e il suo staff conoscono la realtà terrificante in cui si trova Roma. Riuscire a raddrizzare solo una minima parte delle storture attuali sarebbe già un risultato.Non è troppo assolutorio verso M5S? Non pensa che serva aggiustare la macchina?Il programma che propone il Movimento in fondo è un’utopia. Lasciamo il tempo di far maturare qualcosa. La storia è tutta un succedersi di utopie, dall’antica Atene in poi. La stessa democrazia fra gli uomini lo è, se vediamo la realtà quotidiana, eppure esiste. Il suo impegno verso M5S continuerà a essere solo "esterno"?L’unica cosa che so fare è allestire spettacoli e anche mostre, come l’ultima su Darwin. Con Franca Rame avevamo messo su una compagnia dove tutti avevamo la stessa paga e gli stessi diritti. Abbiamo avuto disastri all’inizio, abbiamo superato decine di crisi, ma siamo riusciti a reggere e ad arrivare poi al successo. Spero che accada così pure a M5S. È anche attraverso le fasi di crisi che si ha un’evoluzione e si costruiscono dei risultati.
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