martedì 30 ottobre 2012
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​Un astensionismo che raggiunge il record del 52,58%, più della metà dei siciliani. E il successo del movimento di Beppe Grillo che arriva a quota 18%. Sono questi i due dati più eclatanti che emergono dal voto delle elezioni regionali in Sicilia. Numeri che sconvolgono equilibri e certezze. E danno la dimensione della disaffezione e delle pulsioni antipolitiche ormai diffuse tra gli elettori. L’altra faccia dei due boom sono il crollo del Pdl, che raccatta un misero 12,8%. Non fa molto meglio il Pd, con il 13,5%, che però stavolta ha dalla sua parte il 10,8% dell’Udc - nel 2008 era col centrodestra - e comunque vince con Rosario Crocetta, scelto dal 31% dei votanti.È dunque preoccupante la crescita dell’astensionismo, che vede più della metà degli elettori siciliani rinunciare al voto. Tecnicamente si può affermare che è la minoranza dei siciliani ad avere votato. E gli astenuti sono quasi il 20% in più che alle scorse elezioni regionali del 2008, quando i non votanti erano stati il 33,32%. Allora un elettore su tre aveva rinunciato a esprimersi, oggi più di uno su due.Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo raccoglie poi l’altra fetta dei siciliani, insoddisfatti da tutte le proposte politiche "tradizionali", ma non così rassegnati a rinunciare al diritto di voto. L’esordiente Giancarlo Cancellieri porta a casa un bottino di voti che incorona M5S come il primo partito dell’Isola. Un successo ancora più eclatante se si considera che alle regionali del 2008 la lista "Amici di Beppe Grillo", che candidava Sonia Alfano - niente a che vedere con l’Angelino attuale leader del Pdl - aveva convinto solo il 2,4% degli elettori. Si impongono in ogni caso due considerazioni. La prima è che Rosario Crocetta, nuovo governatore della Sicilia, è stato scelto dal 31% del 47,2% dei votanti, ovvero - di fatto - dal 14,6% circa dei siciliani. La seconda riflessione è che, in quest’ottica, si ridimensiona in parte il risultato dei "grillini", che hanno raccolto l’8,6% circa dei consensi di tutti i potenziali elettori.Tutti voti comunque sottratti ai partiti tradizionali. Per il Pdl è un crollo evidentissimo: questo 12,8% fa rimpiangere amaramente il 33,5% ottenuto nel 2008, quando Raffaele Lombardo vinse col 65,3% dei consensi, coalizzando centrodestra, Mps (13,8%), Udc (12,5%), e altri 8,3 punti di liste alleate. Il Pd stavolta vince, alleandosi con i centristi, ma dovrà riflettere su una netta flessione di consensi, scesi dal 18,8% del 2008 al 13,5%.
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