giovedì 24 ottobre 2013
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​In principio ci fu una legge, voluta strenuamente dall’allora ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, che tra varie altre norme per favorire la diminuzione delle cosiddette autoblu, prevedeva un censimento obbligatorio del parco auto di ogni amministrazione, da pubblicarsi sul sito del Formez. Tutti i ministeri si sono adeguati, consentendo al pubblico la consultazione del numero delle auto di servizio a loro disposizione, tranne il ministero dell’Interno. Che non ha mai comunicato al Formez i propri dati. «Ragioni di sicurezza», spiegano a mezza voce alti funzionari. Ma le stesse ragioni non hanno impedito al ministero della Giustizia e della Difesa, altrettanto esposti sul piano della sicurezza, di far conoscere l’ammontare del loro parco macchine. La vicenda, al di là della sua reale portata, è interessante per la sua dinamica. Non c’è nessuna norma scritta che prevede particolari esenzioni per le autoblu del Viminale. Ma solo un’equiparazione, da parte del vertice burocratico dell’Interno, delle automobili ministerialo a quelle appartenenti alle forze dell’ordine e ai corpi armati dello Stato (Forze armate, Polizia di Stato, Carabinieri, polizia penitenziaria, Guardia di Finanza, ecc.) per le quali nin vige l’obbligo di pubblicazione.

Quanto a queste ultime, poi, c’è da aprire un capitolo a parte. Se la legge limita strettamente l’utilizzo delle auto di rappresentanza a ristrette categorie dei vertici burocratici, nulla dice dell’uso delle auto di servizio dei corpi armati che possono venire tranquillamente "dirottate" per accompagnare a casa alti dirigenti sprovvisti del permesso di utilizzare le autoblu.

Una notizia positiva viene invece da Palazzo Chigi. Con una circolare dello scorso agosto, il segretariato generale ha comunicato una riorganizzazione del servizio auto con regole più stringenti per l’utilizzo delle macchine e la diminuzione di 16 unità: da 60 a 44. Le nuove norme sottraggono ai capi di gabinetto dei ministeri senza portafoglio e ai capi dipartimento della presidenza del Consiglio l’utilizzo esclusivo (ossia personale) dell’auto di servizio. La quale potrà essere da loro ancora utilizzata per il percorso casa-ufficio e viceversa ma solo in determinate fasce orarie (prima delle 10 e dopo le 18). Nella fascia intermedia sarà a disposizione di tutto il personale dell’ufficio per ragioni di servizio. L’autoblu, insomma, diventa un più democratico taxi collettivo.

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