martedì 26 agosto 2014
​Messaggio per la festa dell'Unità che si apre domani a Bologna. "Responsabilità da far tremare i polsi, non accettiamo lezioni da nessuno".
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I giorni della Festa dell'Unità" di Bologna "saranno l'occasione per preparare una stagione di governo che sarà difficile e appassionante, perché stiamo cambiando l'Italia". È un passaggio del testo scritto da Matteo Renzi e pubblicato sul programma della Festa Nazionale dell'Unità, al via mercoledì al Parco Nord di Bologna. Renzi rivendica un'azione di governo attuata "coinvolgendo e non escludendo. Correndo ma senza lasciare nessuno indietro". È questo il senso dei mille giorni - spiega ancora il premier - che i soliti noti "hanno voluto leggere come un rallentamento della nostra azione di cambiamento, e invece ne costituisce l'orizzonte, la profondità, l'intensità di un mandato di legislatura". Renzi, riferendosi al successo ottenuto alle Europee, ha descritto il Pd come il "più grande partito europeo per percentuali e numero di voti, con un successo anche alle regionali e le amministrative" ma soprattutto ha ricordato "il carico di un mandato, di una missione quasi, affidataci da più di undici milioni di elettori, ma che vale per tutti gli italiani che sentiamo di rappresentare al governo di questo Paese". Per il leader Democratico "corrispondere a questo affidamento non è facile, fa tremare i polsi". Ma - ha spiegato Renzi - è quello che il governo sta cercando di fare giorno dopo giorno. Con le riforme istituzionali, il Senato e il titolo V, assieme a quelle economiche, sul lavoro, la pubblica amministrazione, la giustizia civile, la scuola, la cultura. Dal premier arriva uno stop anche a chi vorrebbe imporre l'agenda al governo, cambiamo le carte in tavola. "Ogni tanto qualcuno ci viene a fare la lezione sulle priorità, che noi abbiamo ben chiare. E che riguardano, complessivamente, l'assetto dell'Italia, la sua capacità come comunità di fare fronte agli impegni presi e alle sfide di una competizione globale, alla nostra storia e al futuro di un grande Paese europeo, tanto più nel pieno del semstre europeo. Insomma, "un compito che ci impegna come governo e come partito". Infine un riferimento alla crisi del giornale Unità. "Abbiamo scelto di chiamare le nostre feste de 'l'Unita" per dire che questa è casa nostra,una casa aperta, e che il giornale fondato da Antonio Gramscitornerà a vivere, a creare dibattito, a sferzare e a sferzarci, come ha fatto in tutti questi anni" ha detto il premier. 
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