venerdì 18 dicembre 2015
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L’annuncio di Renzi sul nuovo incarico addossato all’Anac, come al solito non trova impreparato il presidente Raffaele Cantone. «Dentro l’Autorità se ne potrebbe occupare la Camera arbitrale, un organismo interno ma autonomo e indipendente, formato da giuristi ed esperti di altissima professionalità, a cominciare da chi lo presiede, il professor Ferruccio Auletta», un docente di diritto processuale civile a Napoli. Gli altri componenti sono Ugo Draetta, Giovanni Fabio Licata, Alberto Massera e Luca Mezzetti. Al di là delle competenze dei suoi componenti, tuttavia, quel che balza agli occhi è il senso politico dell’iniziativa del premier. Sin troppo chiaro. Ancora una volta, con una mossa a sorpresa, il presidente del Consiglio ha voluto mettere in risalto la propria sfiducia nell’'apparato' che regola il mondo del credito, inclusi i suoi organismi di vigilanza. D’altronde era stato un chiaro indizio già la decisione di 'tener fuori' la Consob (cioè la Commissione che controlla la Borsa e anche la trasparenza delle società e dei prodotti del pubblico risparmio), presa alla luce delle primissime proteste dei consumatori, che i controlli Consob li avrebbero preferiti prima che esplodesse il bubbone. La stessa Banca d’Italia sarebbe rimasta 'scontenta' di questa iniziativa, che getta ombre sempre più forti sul mondo bancario, e anche questo sarebbe stato oggetto del confronto di ieri fra il governatore Visco e Mattarella. Su una materia politicamente così delicata - e foriera di possibili conseguenze negative per la tenuta po-litica, e i voti, della maggioranza Renzi non vuole rischiare un’immagine negativa. Il capo del governo ha mal 'digerito' i problemi che gli sta causando questa grana, scoppiatagli fra le mani, degli istituti creditizi salvati a un passo dal fallimento. Per questo ora non gradisce che siano rappresentanti del mondo bancario ad avere un ruolo potenzialmente troppo accentuato nella definizione di quali investitori avranno diritto o no a un parziale rimborso. L’altro risvolto dell’ipotesi anticipata da Renzi è quello che si va ad addossare un nuovo, gravoso compito a un organismo guidato dal magistrato anticorruzione che, da Expo al Giubileo, ha già avuto non poche matasse da sbrogliare, da quando nel marzo 2014 è stato nominato.  La vigilanza sugli appalti pubblici è il primo asse portante della sua attività, e già si tratta di un compito che ha comportato un ampliamento dei poteri: l’Anticorruzione può richiedere ai prefetti il commissariamento di singoli lavori, quando vi siano gravi sospetti di irregolarità o notizie di reato, assicurando nel contempo la continuità delle opere. Una 'leva' che Cantone ha usato più volte, dal Mose, ad alcune gare relative a Expo, ai servizi appaltati per il Centro richiedenti asilo di Mineo. E l’altro fronte su cui opera l’Anac è infine la trasparenza, con il controllo dei piani nazionali anti-corruzione degli enti pubblici.
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