venerdì 9 ottobre 2015
Al Giubileo con un commissario, al voto fra maggio e giugno.
LA VICENDA Due anni tra polemiche, scivoloni e scuse
Adesso basta Danilo Paolini
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«Questa città ha un solo sindaco, eletto dal popolo e legittimato dal voto. E io non mi candiderò a fare il primo cittadino... », ribadiva a fine estate il prefetto di Roma Franco Gabrielli dopo aver ricevuto dal Consiglio dei ministri poteri speciali per il coordinamento delle attività legate al Giubileo. Ora, salvo «ripensamenti » del sindaco dimissionario, Roma si avvia all’apertura dell’Anno Santo priva del proprio primo cittadino e toccherà proprio a Gabrielli avviare l’iter di nomina del commissario prefettizio per il Campidoglio. Le dimissioni diverranno infatti esecutive entro 20 giorni, il Consiglio comunale sarà sciolto e il governo avrà altri 90 giorni per individuare un commissario, del rango di prefetto, nominato con un decreto del presidente della Repubblica per gestire l’ordinaria amministrazione. Infine, sarà il voto dei cittadini a eleggere il nuovo sindaco e il Consiglio comunale, in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno 2016, presumibilmente insieme al rinnovo delle amministrazioni di altre grandi città. È la road map per gestire la macchina della Città Eterna fino al momento in cui in Campidoglio s’insedierà il successore di Marino. A disciplinare la materia è il Testo unico sugli enti locali ( Tuel), aggiornato dal decreto legislativo 267 del 2000, che oltre alle dimissioni del sindaco, prevede due strade per il commissariamento: una mozione di sfiducia o le dimissioni della metà più uno dei consiglieri capitolini. Chi sarà a commissariare Roma? Di certo, una figura che goda della stima del premier Matteo Renzi. A chi ipotizza che possa trattarsi dello stesso prefetto Gabrielli, fonti di Palazzo Chigi e della prefettura replicano in sintonia: «Impossibile». In teoria la legge non lo vieterebbe, ma non c’è alcun precedente e comunque i compiti di raccordo e coordinamento con Comune e Regione Lazio sul Giubileo, affidati al prefetto, sono già di notevole responsabilità. Toccherà a lui organizzare al meglio un evento che, dall’8 dicembre al 20 novembre 2016, porterà a Roma più di 30 milioni di pellegrini. La macchina degli appalti si è messa in moto, anche se con tutte le cautele richieste dopo il terremoto giudiziario di 'mafia capitale'. Secondo l’assessore dimissionario alla legalità Alfonso Sabella, «quasi tutte le gare per le opere pubbliche hanno avuto già l’ok dell’Autorità nazionale anti corruzione. Sabato 10 si apre il primo cantiere, a meno di un mese da quando abbiamo avuto i soldi. Se non è un miracolo, ci si avvicina. In un mese abbiamo concluso 30 gare e da lunedì in poi sarà un aprire di cantieri continuo». Ma oltre all’evento giubilare, la Capitale (che sfiora i tre milioni di abitanti) dovrà fare i conti con la gestione dell’ordinarietà, resa quasi quotidianamente emergenziale da scioperi, manifestazioni, traffico, gestione dei rifiuti e disagio delle fasce sociali meno abbienti. Per questo, oltre a fare i conti con un bilancio comunale con centinaia di milioni di debito, il commissario designato per gestire il Campidoglio si troverà sul tavolo una mole di dossier complicati. Alcuni per giunta compromessi dalle infiltrazioni criminali emerse nelle inchieste sul «Mondo di mezzo»: verde pubblico e ambiente, emergenza abitativa, immigrazione e campi nomadi, sui quali in estate il ministro dell’Interno Alfano aveva chiesto a Marino e Gabrielli un piano d’indirizzo. Dal canto suo, il Pd è pronto ad assicurare «il massimo impegno per affrontare i problemi di Roma e garantire la piena riuscita dell’imminente Giubileo, mettendosi a disposizione del futuro commissario di Roma». E ieri sera Orfini ha già visto al Nazareno i presidenti dei municipi governati dal Pd, chiedendo loro la massima attenzione per evitare che il temporaneo 'vuoto' amministrativo non pregiudichi sulla copertura dei servizi essenziali, soprattutto quelli sociali.
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