martedì 17 maggio 2016
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La cosa positiva è che si è tornati a parlare di aiuti alle famiglie con figli. Quella negativa è che le risorse, come sempre quando si tratta di bambini, sono centellinate. Oltretutto nella maggioranza convivono tante idee e molto diverse. Per questo, forse, invece di parlare delle cose da fare, per una volta può essere utile stilare un elenco degli errori da evitare. Risorse scarse. Il primo errore è quello di partire dall’idea che mancano i soldi. Ad esempio la proposta avanzata in questi giorni dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, di raddoppiare il bonus bebè, portandolo da 80 a 160 euro al mese per i soli primi tre anni, richiede circa 300 milioni in più rispetto ai 200 iniziali. Tanti? Un paragone: la squadra del Milan è in vendita per circa 700 milioni. Forse le famiglie, e i figli, meritano di più. Le risorse, come vedremo, ci sono. Questione di priorità. Riforme spot. Il secondo errore che non andrebbe commesso è pensare a provvedimenti limitati e di breve durata. Tutti i Paesi europei hanno un sussidio universale per i figli fino al 18esimo anno di età. La Francia parte da 130 euro per il primo figlio e sale a 300 con il terzo, la Germania va da 184 euro a figlio a 215 per il quarto. In Danimarca arrivano 540 euro ogni tre mesi per i bambini da 0 a 2 anni, 430 euro da 3 a 6 anni… e via fino ai 18. Un’altra musica. La trappola Isee. Il terzo errore riguarda l’Isee, ormai una 'trappola per minori'. Lo strumento serve a valutare lo stato di bisogno delle famiglie che chiedono sostegni sociali, ma una cosa sono le politiche (necessarie) per la povertà, un’altra il sostegno alle famiglie. Nessun Paese elargisce il sussidio ai minori sulla base del reddito. L’Italia lo fa solo con i bonus che riguardano i figli. Ad esempio non è stata richiesta alcuna certificazione Isee nell’elargire il 'bonus Renzi' da 80 euro ai redditi medi, quello ai maggiorenni o agli insegnanti, e nemmeno per concedere le detrazioni per le ristrutturazioni, l’acquisto di mobili, il cambio dei condizionatori. Fisco iniquo. Altro errore è perseverare con un sistema fiscale che penalizza le famiglie, soprattutto quelle monoreddito e le numerose. Il Forum delle famiglie, guidato da Gigi De Palo, ha rilanciato la proposta del 'Fattore', che amplia la 'no tax area' in base ai figli a carico. È una misura importante, perché oggi non servono tagli fiscali generalizzati, ma legati ai carichi familiari. L’errore è anche continuare a parlare di riforma fiscale 'per le famiglie' senza prevedere vantaggi specifici per quelle con figli. Aiuti dispersivi. Troppe misure, e dispersive, servono a poco. Di semplificazione degli 'assegni' parla ad esempio un ddl in discussione al Senato, primo firmatario Stefano Lepri del Pd. In Italia spendiamo 10,5 miliardi l’anno in detrazioni per i minori, non riconosciute a chi ha redditi bassi o nulli, 6,5 miliardi per gli assegni al nucleo familiare, dati solo a lavoratori dipendenti e pensionati e non a disoccupati o autonomi, 800 milioni per l’assegno a chi ha 3 o più figli. Sono 18 miliardi che possono essere accorpati e ridistribuiti in una misura unica. E incrementati. Problema di risorse? Dipende. Se il bonus da 80 euro fosse aggiunto a questa dotazione e destinato solo a chi ha prole si arriverebbe a 3.000 euro l’anno per ogni figlio fino ai 18 anni. Sogni. Il benaltrismo. L’ultimo errore? Il 'benaltrismo'. Sostenere, cioè, di fronte a una proposta seria, che le misure utili ad aiutare le famiglie e rilanciare la natalità «sono ben altre». Si parta da qualcosa, ma si parta.
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