sabato 12 settembre 2015
L'arcivescovo Polak: "Una sfida per il nostro spirito cristiano". Il paese va verso il sì al sistema delle quote.
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​Un appello al popolo polacco a non avere paura, ad accogliere i rifugiati con spirito cristiano. "Accogliere i migranti è una grande sfida e una prova per il nostro spirito cristiano”. ha detto l’arcivescovo di Gniezno e primate di Polonia, Wojciech Polak, analizzando le preoccupazioni della popolazione causate soprattutto, a suo parere, delle immagini crudeli del mondo islamico trasmesse dai media. Sono solo il 36% i polacchi favorevoli al sistema delle quote deciso a Bruxelles, mentre il 55% della popolazione è contraria a quella soluzione. Al contempo però - riferisce l'agenzia Sir - il 56% degli abitanti della Polonia accetta di dare ospitalità a immigrati provenienti da altre zone come Ucraina, Armenia o Bielorussia. La Chiesa polacca in campo. “Le parrocchie della Chiesa polacca rispondono positivamente all’appello di Papa Francesco e all’invito ad accogliere i profughi lanciato anche dal presidente dei vescovi polacchi Stanislaw Gadecki”, sostiene la Caritas polacca, che tramite una fitta rete di propri Centri si occupa di aiutare i migranti. “Sicuramente coloro che comprendono la cultura cristiana saranno avvantaggiati”, osserva a questo proposito il presidente del Consiglio per gli affari sociali della Conferenza episcopale, Jozef Kupny. “Ciò non significa però che dobbiamo chiudere le porte ai nostri fratelli e sorelle perché hanno una fede diversa dalla nostra”, aggiunge. A Varsavia manifestazione contro le quote. La questione delle quote decise dall’Ue in Polonia, prima delle elezioni politiche del 25 ottobre, assume una valenza particolare anche in considerazione delle riflessioni del Presidente della Repubblica, Andrzej Duda, proveniente dal partito della destra conservatrice Legge e Giustizia (Pis) e contrario alla politica di Bruxelles che “dimostra che chiunque riesca ad arrivare in uno dei Paesi dell’Ue troverà accoglienza e potrà usufruire del welfare”. Oggi a Varsavia è prevista, nonostante il divieto da parte delle autorità cittadine, una manifestazione contro gli immigrati benché il capo del governo Ewa Kopacz abbia proposto di aumentare la quota dei 2mila profughi previsti in Polonia nei prossimi due anni.
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