mercoledì 26 agosto 2015
Tensione al centro accoglienza. Si valuta l'invio dell'esercito al confine.
In Serbia è emergenza. La Germania apre ai siriani
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La polizia ungherese ha sparato gas lacrimogeni per impedire a circa duecento migranti di lasciare il centro di identificazione per rifugiati di Roszke, il principale del Paese dell'Unione Europea. Lo ha detto un portavoce della polizia. Szabolcs Szenti ha riferito che gli immigrati si rifiutavano di lasciarsi prendere le impronte digitali e che la "polizia sta cercando di riportare alla calma la situazione, anche se gli immigrati continuano a urlare". La tensione in Ungheria ha raggiunto il picco martedì con l'arrivo di oltre 2.500 persone, il numero più alto mai registrato in una sola giornata. In maggioranza si tratta di siriani, afghani e pakistani, compresi 555 bambini. Tra le misure in via di definizione c'è anche l'invio di unità speciali di pattuglia della polizia. Il capo della polizia, Karoly Papp, ha dichiarato che è in corso la preparazione di sei unità, per un totale di 2.106 ufficiali. Saranno equipaggiati con elicotteri, cavalli e cani, sulla base della situazione al confine. "Non hanno e non avranno ordine di sparare", ha specificato Papp.Merkel al centro Heidenau. Il presidente tedesco, Joachim Gauck, e il cancelliere, Angela Merkel, hanno visitato due centri di accoglienza per esprimere sostegno e solidarietà dopo gli episodi di violenza neonazista dei giorni scorsi. Gauck si trova in un centro per richiedenti asilo a Berlino; la Merkel ha invece incontrato rifugiati, operatori umanitari e funzionari del rifugio di Heidenau, vicino a Dresda, oggetto degli attacchi xenofobi dei giorni scorsi. Il cancelliere ha promesso "tolleranza zero" per i "vergognosi e vili" assalti razzisti e per coloro che mettono in discussione la dignità di altre persone". "Più persone lo metteranno in chiaro attraverso il loro lavoro e anche le loro conversazioni con conoscenti, amici e familiari - ha aggiunto - più forti saremo e meglio saremo in grado di affrontare" il compito di accogliere rifiugiati.
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