mercoledì 4 febbraio 2015
Un colpo di mortaio ha colpito un ospedale nella città di Donetsk, roccaforte dei ribelli nell'est del Paese. Almeno 4 i morti. Bergoglio all'udienza: "vittoria" e "sconfitta" non sono parole giuste. L'unica parola giusta è "pace".
COMMENTA E CONDIVIDI
Colpito da una granata l'ospedale di Donetsk. Almeno quattro persone sono morte. Secondo quanto rendono noto le autorità locali (la città è controllata dai separatisti), la maggior parte delle vittime si trovavano fuori dall'ospedale.L'ospedale numero 27 nel quartiere di Tekstlishchik di Donetsk è stato colpito a mezzogiorno (ora locale). È stato distrutto un sistema di distribuzione elettrica e l'intero quartiere è senza energia. L'Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite ieri aveva lanciato un appello alle parti coinvolte nel conflitto denunciando la possibilità di un catastrofe per i civili, già pesantemente coinvolti. A ieri, 5.358 persone sono morte e 12.235 ferite nella guerra in Ucraina dalla metà di aprile.Proprio oggi all’udienza generale Papa Francesco ha lanciato un nuovo appello di pace per l’Ucraina. “Purtroppo – ha detto - la situazione sta peggiorando e si aggrava la contrapposizione tra le parti”. “Preghiamo anzitutto per le vittime, tra cui moltissimi civili, e per le loro famiglie, e chiediamo al Signore che cessi al più presto questa orribile violenza fratricida. Rinnovo l’accorato appello affinché si faccia ogni sforzo – anche a livello internazionale – per la ripresa del dialogo, unica via possibile per riportare la pace e la concordia in quella martoriata terra”.
Quindi a braccio ha aggiunto queste parole:  "Fratelli e sorelle, quando io sento le parole ‘vittoria’ o ‘sconfitta’ sento un grande dolore, una grande tristezza nel cuore. Non sono parole giuste; l’unica parola giusta è ‘pace’. Questa è l’unica parola giusta. Io penso a voi, fratelli e sorelle ucraini … Ma pensate, questa è una guerra fra cristiani! Voi tutti avete lo stesso battesimo! State lottando fra cristiani. Pensate a questo, a questo scandalo. E preghiamo tutti, perché la preghiera è la nostra protesta davanti a Dio in tempo di guerra”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: