giovedì 22 gennaio 2015
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Con una battuta d'arresto che li ha messi in difficoltà, i repubblicani, pur avendo il controllo della Camera dei rappresentanti, hanno annullato ieri il dibattito previsto su un disegno di legge per modificare la legge sull'aborto, vietandolo dopo 20 settimane dall'inizio della gestazione. Lo stop è arrivato in seguito all'opposizione del ramo femminile del partito, pronto a non votarlo. Contestano il fatto che il provvedimento faccia eccezione per le vittime di stupro o incesto, ma solo per coloro che hanno sporto denuncia alle autorità. Secondo loro, questo rischia di mettere pressioni in maniera ingiusta sulle donne che spesso provano vergogna o temono ritorsioni se denunciano le violenze. I leader repubblicani non sono stati in grado di risolvere la situazione e sono stati contestati anche dai gruppi anti-aborto e dai legislatori, quando hanno proposto di eliminare l'obbligo di sporgere denuncia. In molti chiamano questo provvedimento "legge antiaborto", ma in realtà è solo una restrizione dei termini entro cui praticare l'interruzione di gravidanza, portandoli a 20 mesi, 5 mesi. In Italia il termine è di 12 settimane, 3 mesi.
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