mercoledì 16 luglio 2014
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​«Tocca a noi». Matteo Renzi è stato chiaro, parlando con i suoi, a proposito della posizione di Alto rappresentante per la politica estera Ue, che il premier vuole per Federica Mogherini. La cena dei leader Ue, questa sera a Bruxelles dovrà discutere proprio delle altre cariche Ue, dopo il sì ieri a Strasburgo, a Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione Europea. Renzi, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, ne ha parlato in conversazioni telefoniche con il cancelliere Angela Merkel, il presidente francese François Hollande e il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy. Il premier, dicono a Palazzo Chigi, è «determinato a giocarsi la partita, forte di una rete costruita in queste settimane».Ieri fonti vicine a Juncker facevano sapere che c’è un’opposizione di «10-11 Paesi» a Mogherini. Anzitutto le tre repubbliche baltiche – «non la sosterremo» ha detto ieri il premier lituano Algirdas Butkevicius, anche se Palazzo Chigi fa sapere che Renzi non è preoccupato – la Polonia e la Svezia, che rimproverano all’italiana una presunta posizione troppo filo-russa. Tra i contrari anche la Gran Bretagna, dicono fonti Ue, che non riterrebbe che la Mogherini abbia sufficiente esperienza per la carica. «Juncker è stato designato a maggioranza – ha avvertito ieri a Strasburgo il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi – a noi nessuno ha mai fatto obiezioni, se ci fossero vorrà dire che anche l’Alto rappresentante sarà designato a maggioranza». In realtà al summit di giugno, dopo il voto per Juncker che ha isolato Londra e Budapest, i leader hanno deciso di scegliere le altre nomine a consenso. Gozi insiste che «Juncker fa parte di un accordo in cui l’Alto Rappresentante va ai socialisti. Mogherini ha il sostegno unanime di tutti i leader socialisti». Nella partita entrano in gioco le altre nomine Ue, soprattutto quella di presidente del Consiglio Europeo: nelle ultime ore sono risalite le "quotazioni" della premier danese Hella Thorning-Schmidt, gradita a Londra e Berlino. Anche perché sta cedendo il "veto" del presidente francese François Hollande contro la danese (Copenaghen non è nell’euro), dopo che Parigi pare abbia ottenuto per l’ex ministro delle Finanze Pierre Moscovici il posto di commissario agli Affari economici. La danese è socialista, e questo sbarrerebbe la strada a Mogherini, visto che i socialisti non possono pretendere entrambe le cariche. In questo scenario potrebbe spuntarla una personalità molto "gettonata" che dicono piaccia a Juncker: l’attuale commissario agli Affari umanitari Kristalina Georgieva, indipendente ma conservatrice (e dunque in "quota" Ppe). Per il posto di presidente del Consiglio, girano anche vari nomi popolari: il premier polacco Donald Tusk, il collega irlandese Enda Kenny, gli ex premier di Finlandia, Lettonia ed Estonia Jyrki Katainen,Valdis Dombrovskis e Andrus Ansip.
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