martedì 20 gennaio 2015
​Il Consiglio dei ministri varerà un disegno di legge con pene più dure per i "combattenti" partiti dall'Italia. Ci sarà una lista nera dei siti e una stretta sugli esplosivi.
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Occorre colmare «la lacuna normativa che rende difficile punire chi voglia andare a combattere all’estero, pur non essendo il reclutatore». Così a settembre il ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva anticipato la direttrice del nuovo pacchetto anti-terrorismo, al quale i tecnici del Viminale e quelli del ministero della Giustizia stavano lavorando. Da allora, l’allarme sui «combattenti» europei addestrati in Siria e Iraq si è fatto sempre più pressante, fino ai sanguinosi attentati di Parigi di due settimane fa. Così, nel pre-Consiglio di ieri pomeriggio, è giunto il primo semaforo verde al giro di vite di cui discuterà oggi alle 13 il Consiglio dei ministri.  Dovrebbe trattarsi di un disegno di legge da sottoporre alla valutazione del Parlamento: nei mesi scorsi il ministro Angelino Alfano ne ha parlato sempre in questi termini, nella consapevolezza – più volte manifestata anche dal premier Matteo Renzi – della difficoltà di intervenire in materia penale con un decreto legge. Ma c’è pure chi non esclude l’eventualità del ricorso al decreto legge, sulla base di ragioni di «necessità e urgenza» rese evidenti dagli attentati a Parigi. Dieci anni ai combattenti.  La bozza di testo, accennata in pre-Consiglio, è di pochi articoli. Potrebbe introdurre la possibilità di estendere alle persone «reclutate», con pene fino a 10 anni, la fattispecie dell’articolo 270 quater («Arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale') che attualmente punisce, con la detenzione da 7 a 15 anni, solo i reclutatori, cioè chiunque «arruola una o più persone per il compimento di atti di violenza ovvero di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, con finalità di terrorismo, anche se rivolti contro uno Stato estero, un’istituzione o un organismo internazionale ». Secondo alcune fonti, sarebbe invece stata tolta dal testo che andrà oggi in Cdm un’altra norma per incolpare chi prende parte a un combattimento all’estero di un reato qualora non sia «cittadino o stabilmente residente» nel Paese in cui si è recato a combattere (la misura era modellata sul calco delle norme che in Italia già vietano il combattimento da mercenari, ma depurata dal riferimento alla ricompensa percepita). Secondo quanto riferito domenica dallo stesso Alfano, attualmente sono 59 i miliziani jihadisti (14 già deceduti) «che hanno avuto a che fare in qualche modo » con l’Italia: 5 connazionali partiti per la Siria, due con doppia nazionalità, 13 siriani e altri 25 di varie nazionalità. Altre misure dovrebbero prevedere sanzioni per chi organizza i viaggi «finalizzati al compimento di condotte con finalità terroristiche » e per i soggetti che si auto- addestrano al compimento di attentati. Blocco del passaporto. A completamento del pacchetto, dovrebbero esserci anche misure di prevenzione (sul modello di quelle contenute nel codice antimafia), da applicare ai sospetti terroristi: sorveglianza speciale, obbligo di soggiorno, ritiro del passaporto. Poi c’è la stretta sui cosiddetti «precursori degli esplosivi», con l’arresto per chi detiene o commercializza,  senza autorizzazione, sostanze chimiche (alcuni fertilizzanti agricoli, ad esempio) che potrebbero servire per fabbricare micidiali ordigni fai-da-te. Black list siti fanatismo. L’addestramento dei 'lupi solitari' e di quanti aspirano a un «jihad individuale» spesso avviene attraverso siti Internet, usati anche dalle reti di al Qaeda e dell’Is per fare proselitismo. Nel testo dovrebbe esserci pure il perfezionamento dei poteri dell’autorità giudiziaria per oscurare contenuti di propaganda islamista, sulla base di una «lista nera» dei siti filo-jihadisti e con la rimozione dei contenuti incriminati. La superprocura. Non è detto invece che nel ddl odierno trovi posto l’annunciata norma per creare una Procura nazionale antiterrorismo nell’ambito della Direzione nazionale antimafia. L’idea di un coordinamento, ritiene il Guardasigilli Andrea Orlando, è «condivisa e matura », ma potrebbe essere necessario limare ulteriormente le norme che la introdurranno.
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