giovedì 7 novembre 2013
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Gentile direttore,
esprimo solidarietà a Massimiliano Tresoldi e alla sua famiglia, in seguito alle espressioni oggettivamente offensive rivoltegli da Alda D’Eusanio, ospite del programma "La vita in diretta" su Rai1, e riportate nella puntuale cronaca di Lucia Bellaspiga su "Avvenire". Il Comune di Pavia nel 2010 ha conferito a Max e alla sua famiglia la cittadinanza onoraria come «esempio ammirevole e simbolo di tutte le famiglie che condividono le medesime difficoltà e la sfida gioiosa per una piena accoglienza della vita in ogni sua fase e condizione». Per questa testimonianza penso che ognuno dovrebbe essere loro grato.
Marco Ferraresi - Presidente dell’Unione giuristi cattolici di Pavia "Beato Contardo Ferrini"
 
Caro direttore, le racconto come ho vissuto il caso D’Eusanio. Ero al computer, ma con la tv accesa, e non badavo troppo a quel che veniva trasmesso. Improvvisamente, sento una voce squillante e ben scandita che dice con convinzione: «Quella non è vita». Mi alzo, guardo e capisco, ma solo in parte purtroppo. Leggendo su "Avvenire" l’articolo di Lucia Bellaspiga ho avuto però il quadro ben chiaro... Ora qualche considerazione. Se Max Tresoldi era in condizione di sentire Alda D’Eusanio, affermo con forza che lei ha detto una cosa miserabile, e mi quereli pure. Se invece l’audio non c’era, e la frase è solo stata "a beneficio" (si fa per dire) degli spettatori, allora si è trattato "solo" di una correzione di rotta a una trasmissione "non politicamente corretta"... Giustamente in pagina, questo caso è stato accostato al caso Cerrelli, che è invece un caso di censura bella e buona. Mi chiedo a questo punto se in Rai non ci sia una lobby organizzata che orchestra le cose dosando il "pastone" fornito agli ascoltatori, un "pastone" che puzza di una sola e parziale visione delle cose...
Giovanni Mazzarol 
 
Caro direttore, c’è una cosa che vorrei dire alla signora Alda D’Eusanio dopo i suoi commenti in tv, durante "La vita in diretta", su Max Tresoldi: che tristezza la supponenza di giudicare una vita umana, mostrando di "sapere" quello che non si sa...
Giorgio Crespi
La Rai ha deciso di riparare, cari amici. E lo farà già oggi (così, potremo dire che nel giro di tre giorni abbiamo visto il brutto e il bello della diretta...). Ne danno testimonianza i gesti fatti e annunciati e le prime parole dette dalla presidente Anna Maria Tarantola, la lettera che mi ha indirizzato ieri il responsabile delle relazioni coi media di Viale Mazzini Fabrizio Casinelli e l’intervista al conduttore de "La vita in diretta" Franco Di Mare (di tutto questo diamo conto a pagina 8). E questo pomeriggio il messaggio arriverà anche dagli schermi accesi nelle case degli italiani. Ne sono contento, per il carissimo Max Tresoldi e per la sua famiglia, per la stessa Rai e per tutti coloro che guardando la tv e dai canali del servizio pubblico radiotelevisivo si aspettano proposte e voci sempre degne. Quella di Alda D’Eusanio non lo è stata affatto. Mi auguro che anche lei sappia a sua volta trovare il modo per riparare. Se conoscesse e avesse incontrato Max, sua madre e suo padre – come anch’io ho fatto – non si sarebbe azzardata a dire quel che ha detto. Ma l’ignoranza delle vite difficili e preziose e delle vicende coinvolgenti e ammirevoli di cui, comunque, si parla non è mai una scusa. Stavolta meno che mai.
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