martedì 9 ottobre 2012
​Disco rosso della Ragioneria Generale dello Stato al testo di modifica alla normativa sui nuovi requisiti di accesso alla pensione.
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​Sul ddl che intende ampliare la platea degli esodati arriva la tegola della Ragioneria generale dello Stato, che lo rinvia alla Commissione Lavoro della Camera, dopo che era già approdato in aula per la discussione. «Il complesso delle disposizioni dirette ad abbassare significativamente l’età media di accesso al pensionamento determina oneri di rilevante entità». L’introduzione di scalini in deroga alla riforma delle pensioni targata Elsa Fornero, ministro del Lavoro, comprometterebbe non solo gli effetti del decreto Salva Italia, ma anche dieci anni di interventi. Ed è «in controtendenza con quanto richiesto dagli organismi internazionali». A riprova di questo arrivano segnali anche dalla Commissione Ue e dall’Fmi, che rafforzano l’operato dell’esecutivo.La relazione tecnica, che affossa il ddl firmato da Cesare Damiano (Pd) e condiviso da parte di Udc e Pdl, provoca forti reazioni da parte politica e sindacale. Da un lato l’esperto di previdenza del Pdl Giuliano Cazzola dà pienamente ragione alla Ragioneria, visto che il progetto di legge Damiano «non ha copertura e costerebbe 30 miliardi in un decennio». Dall’altro ad alzare la voce sono lo stesso Damiano («non molliamo») e il segretario del partito Pier Luigi Bersani, che incalza il governo: «Non può limitarsi a dire che non c’è copertura per il ddl. Nell’anno di grazia 2013 avremo alcune migliaia di persone senza salari, pensioni e ammortizzatori». Dall’esecutivo arrivano rassicurazioni, per quanto limitate dalla situazione dei conti pubblici. «Si sta lavorando per raggiungere con il Parlamento un punto di incontro», senza stravolgere la riforma, con attenzione sia alle persone sia ai vincoli di stabilità, sottolinea il vice della Fornero, Michel Martone. Uno degli scopi della legge di stabilità è «assicurare un fondo ad hoc per gli esodati», dice il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, parlando alle parti sociali. Le risorse arriveranno dal cosiddetto Fondo Letta. Senza per ora previsioni di cifre.Ma sulla legge di stabilità il pressing dei sindacati è alto. La prima per Susanna Camusso è una «manovra mascherata». E sugli esodati, al governo «va tolto qualunque alibi». Il segretario della Cgil è al presidio che i lavoratori tengono dal mattino davanti a Montecitorio. Il leader della Cisl Raffaele Bonanni, in attesa dei numeri, loda l’«approccio ragionevole» manifestato con il Fondo, che «va incontro alle proteste che abbiamo fatto e continueremo a fare finché l’ultimo esodato non sarà risolto». Una vigilanza «giorno per giorno».Parole che ripete anche all’uscita dal vertice con l’esecutivo, quando gli altri esponenti delle parti sociali vanno via a bocche cucite. Insomma, no allo sciopero, che la Camusso stessa in mattinata evoca «in assenza di risposte», ma poi nega di aver proclamato, rimandando alla manifestazione del 20 ottobre. Il governo «si sta muovendo in modo miope».
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