venerdì 26 luglio 2013
​Nei prossimi mesi verranno vagliate tutte le possibili rotte per evitare che i transatlantici passino per la Laguna: motivi di sicurezza. Soddisfatti il sindaco Orsoni e il presidente della Regione Zaia.
EDITORIALE È morta, muore, morirà. Eppure Venezia è viva... di Alvise Zorzi
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Ancora tre mesi di pazienza e le grandi navi non transiteranno più per il bacino di San Marco ed il canale della Giudecca, col rischio di qualche incidente irreparabile. Accadrà entro ottobre, a fine stagione. La decisione è scaturita dal vertice convocato al Ministero delle infrastrutture, ieri pomeriggio a Roma, con tutti i soggetti istituzionali interessati. Intanto, però, sono operative precise misure di sicurezza che limitano al minimo l’impatto sul centro storico di Venezia. Delusione in Laguna per quanti ritenevano che già ieri si sarebbe data piena attuazione al decreto Passera-Clini, del 2012, sul divieto di transito ai grattacieli naviganti, quelli sopra le 40 mila tonnellate. Ma c’è nessuna ragione di essere insoddisfatti, hanno subito messo le mani avanti il sindaco Giorgio Orsoni e il governatore regionale Luca Zaia. Il motivo? Lo spiega il ministro Maurizio Lupi; accanto lui il collega dell’Ambiente, Andrea Orlando: «Abbiamo deciso un decreto legge che prevede che le grandi navi non passino più dal canale di San Marco e abbiamo individuato un percorso certo che vede nel magistrato delle acque e nell’autorità marittima la possibilità di valutare tutti i progetti alternativi al transito in laguna, entro la metà di settembre». Ci sarà poi la convocazione del comitato interministeriale su Venezia per coinvolgere tutta la realtà territoriale della Laguna ed entro la fine di ottobre ci sarà la decisone finale. I progetti alternativi sono numerosi, alcuni prevedono ancora la sbarco all’attuale stazione marittima, altri no. Per Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale, il percorso alternativo ottimale è quello dell’entrata delle navi da Malamocco, con un breve tragitto sul Canale dei Petroli , per non intasarlo e per non pregiudicare il traffico delle navi commerciali, con una deviazione sul canale Contorta, da scavare, per raggiungere comunque la Stazione Marittima. Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia, vorrebbe invece trainare le grandi navi fino a Porto Marghera, abbandonando la Stazione Marittima. La Regione Veneto sostiene l’utilizzo dell’attuale terminal e la possibilità di far transitare le navi attraverso un nuovo canale, Contorta Sant’Angelo, che vada a recuperare l’alveo di un vecchio canale. L’ex viceministro delle Infrastrutture Cesare De Piccoli, aveva suggerito a suo tempo un nuovo terminal crocieristico a Punta Sabbioni, in Adriatico. Il deputato di Scelta Civica Enrico Zanetti vorrebbe mantenere l’ingresso attuale delle grandi navi dalla bocca di porto del Lido, ma deviandole con lo scavo di un canale che permetta alle Grandi Navi di passare dietro l’isola della Giudecca anziché nel canale omonimo, con lo scavo di un altro canale. «Sono soddisfatto dell’esito del vertice - puntualizza il sindaco Orsoni - anche perché tutte le ipotesi alternative saranno prese in considerazione, in particolare quella proposta dal Comune di Venezia che prevede il passaggio delle navi sul Canale Malamocco e sul Vittorio Emanuele avviando così un primo utilizzo di Porto Marghera. Si riaffermerebbe dunque la centralità ai fini della portualità passeggeri delle strutture esistenti della Marittima, individuando in Porto Marghera una soluzione immediata e un’alternativa per il futuro». Il ministro dell’ambiente, Orlando, si è frattanto detto disponibile per una valutazione tecnica preventiva dei progetti. «È un passaggio di fondamentale importanza questo – spiega il sindaco Orsoni – perché consente di attivare un nucleo tecnico per una valutazione preliminare delle ipotesi in campo. Una garanzia – aggiunge – che attendevamo e che consentirà di evidenziare gli impatti ambientali degli eventuali interventi sul delicato ecosistema lagunare mettendo in primo piano la salvaguardia della città».
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