giovedì 8 marzo 2012
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​Fino a trent’anni è stata un’infermiera e una sindacalista nel profondo Nord-Est. Poi la vocazione: entra tra le Orsoline del Sacro Cuore di Maria, fondate nel 1907 e impegnate da anni accanto alle vittime di tratta. Circa diciassette anni fa approda a Caserta: qui la vicentina suor Rita Giaretta abita con altre consorelle in un condominio al centro della città. "Casa Rut" è nata per dare un’alternativa a ragazze tra i 17 e i 30 anni che volevano uscire dalla vita di strada.Africane o dell’Europa dell’Est, dal ’97 a oggi ne sono state accolte alcune centinaia. E dal 2004 la cooperativa sociale di sartoria etnica "NeWhope" dà loro un’opportunità lavorativa: confezionano coloratissime tovaglie e borse, presine e portapenne, bomboniere e molto altro, ora venduti nella "Bottega fantasia" oltre che nelle parrocchie della città, ma entrati anche nel circuito del commercio equo e solidale. Un’attività che avvia concretamente all’autonomia economica, in una terra dove la disoccupazione giovanile impera.Già il nome della cooperativa ne delinea l’obiettivo di fondo: «L’abbiamo chiamata "speranza nuova" proprio perché vuole dare a giovani donne immigrate, che vogliono integrarsi nel territorio, la possibilità di offrire le abilità e la creatività che contraddistinguono le loro culture attraverso il loro lavoro», spiega suor Rita, aggiungendo: «NeWhope costituisce per queste donne un’occasione di formarsi e di addestrarsi a un’occupazione, crescendo nella loro dignità di persone e partecipando pienamente alla vita sociale, senza correre il rischio di venire sfruttate o costrette al lavoro nero e sottopagato». In tempi di crisi economica, un progetto concreto che allo stesso tempo «offre al nostro territorio, un’ulteriore opportunità di conoscere, apprezzare e godere delle tradizioni e della ricchezza culturale e religiosa di cui queste donne sono portatrici».La sartoria etnica realizza a getto continuo manufatti che con le loro fantasie e i tessuti usati parlano di Paesi lontani, diventati vicini con le migrazioni. Non a caso in questi giorni suor Rita è volata in Mozambico, dove resterà fino al 20 marzo, per essere vicina alle ragazze madri e alle malate di Aids: «Siamo vicine alle donne proprio perché sono loro il futuro della loro terra». E in questi giorni le comunità orsoline femminili in Africa saranno protagoniste di un dialogo con la Chiesa locale, per promuovere diversi progetti a tutela delle donne.
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