venerdì 4 luglio 2014
Decreto del governo: ecco la spesa per studente. Le paritarie pagheranno solo se supereranno il costo medio.
Ignoranza o interesse? di F. Riccardi
I numeri per capire I Ambrosio: visione miope
COMMENTA E CONDIVIDI
Le scuole paritarie pagheranno l’Imu soltanto se le rette supereranno il costo medio per studente fissato dal ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) secondo l’ordine di scuola. Lo stabilisce il decreto del Mef pubblicato lo scorso 26 giugno e diffuso in questi giorni. Un passaggio atteso da mesi, anche perché il governo – dopo le osservazioni sollevate dall’Unione Europea su presunti «aiuti di Stato» nell’esenzione dall’Imu per le scuole paritarie –, doveva quantificare i parametri entro i quali considerare «simbolica» la retta pagata e non rientrare così in possibili sanzioni europee.Il costo medio per studente. È sicuramente il passaggio più importante del decreto perché un ministero fissa per la prima volta, nero su bianco, il costo medio sostenuto dallo Stato per uno studente nelle proprie scuole. Un calcolo che prende a riferimento dati dell’Ocse. Dunque per un alunno di scuola dell’infanzia spende all’anno una media di 5.739,17 euro; 6.634,15 euro nella scuola primaria; 6.835,85 euro nella scuola media; 6.914,31 euro nella scuola superiore. Queste cifre serviranno da riferimento alle paritarie non profit per capire se sono esentate o meno dal pagamento dell’Imu per la parte della struttura destinata all’attività didattica: se il proprio corrispettivo medio è inferiore o uguale al costo medio per alunno non ci sarà pagamento.Il corrispettivo medio. È il calcolo riservato alle paritarie non profit. Per determinarlo basterà sommare il totale delle rette pagate e dividerle per il numero totale degli alunni. Il risultato andrà confrontato con la cifra fissata dal Mef nella sua tabella. Ad esempio se in una scuola dell’infanzia sono presenti 10 bambini che pagano 1.000 euro e 5 che ne pagano solo 500, il corrispettivo medio sarà pari a: 1.000 per 10, più 500 per 5, il tutto diviso per 15 (il numero complessivo dei bambini). In questo caso il corrispettivo medio è di 833 euro.Non tutte le paritarie sono esenti. È l’aspetto dolente del decreto ministeriale. Infatti, stante l’attuale legge, solo le scuole paritarie non profit, cioè gestite da enti ecclesiastici o fondazioni, sono esentate dall’Imu. Non così per quelle rette da Onlus o cooperative sociali, che non sono equiparabili al non profit. Unica possibilità per rientrare nelle esenzioni secondo il decreto del Mef è che i singoli Comuni nel proprio regolamento Imu riconoscano autonomamente questa equiparazione per il servizio pubblico svolto.Le modalità non commerciali. Le attività didattiche vengono considerate tali quando «l’attività della non statale è paritaria rispetto a quella statale» e adotta «un regolamento che garantisce la non discriminazione in fase di accettazione degli alunni», compresi i disabili e che l’attività sia «svolta a titolo gratuito, ovvero dietro versamento di corrispettivi di importo simbolico e tali da coprire solamente una frazione del costo effettivo del servizio». I due parametri indicati sopra servono proprio a stabilire l’importo simbolico.SE VUOI SAPERNE DI PIU' LEGGI SCUOLA E IMU, I NUMERI PER CAPIRE
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: