lunedì 14 settembre 2015
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La qualità delle infrastrutture è fondamentale per lo sviluppo delle capacità di apprendimento ma in Italia il 45% delle scuole è priva di un certificato di agibilità e/o abitabilità, il 54% degli edifici non è in regola con la normativa anti-incendio e il 32% non rispetta le norme anti sismiche, configurando una condizione di pericolo dato che il 40% degli edifici si trova in zone a rischio sismico (la metà dei quali al Sud) e il 10% in aree a rischio idrogeologico. Emerge dal Rapporto "Illuminiamo il futuro 2030" di Save The Children. Quanto alle scuole inadeguate dal punto di vista infrastrutturale, le differenze regionali sono marcate: se in Toscana, Campania, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto il 70% o più dei ragazzi frequenta scuole inadeguate, la percentuale cala a quasi un terzo nella Provincia Autonoma di Trento e Bolzano e in Valle d'Aosta. La qualità degli spazi fisici della scuola influenza - spiega il Rapporto - notevolmente le capacità di apprendimento da parte degli alunni ma la situazione italiana appare critica: sui circa 33 mila edifici censiti in modo completo dall'anagrafe scolastica, il 50% è stato costruito prima del 1971, anno di entrata in vigore della normativa sul collaudo statico degli edific1. La situazione di degrado in cui versa parte consistente dell'edilizia scolastica rappresenta un fattore essenziale della povertà educativa Italia, anche perché va a colpire soprattutto le fasce della popolazione minorile già di per se più svantaggiate."In merito al rapporto 'Illuminiamo il futuro 2030' presentato oggi da 'Save The Children', la Struttura di Missione per l'Edilizia scolastica della presidenza del Consiglio dei ministri precisa che il rapporto fotografa una situazione certamente veritiera ma che non tiene conto delle più recenti novità che il governo ha messo in campo per l'edilizia scolastica. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi. "Per quello che riguarda l'Anagrafe - afferma Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di Missione per l'Edilizia Scolastica - è stato grazie al Ministero dell'Istruzione se sono stati resi pubblici i dati sullo 'statò degli edifici scolastici italiani ed oggi abbiamo un utile strumento di programmazione, oltre che di consultazione". "La situazione che questo Governo ha ereditato dal passato è chiara: è dal 1996 che queste informazioni sono raccolte dai territori e dopo quasi venti anni d'inerzia abbiamo il quadro completo del panorama sull'edilizia scolastica. Da questa situazione il Governo ha iniziato a lavorare: a gennaio 2016, cioè tra pochi mesi, questi dati verranno aggiornati e vedremo i passi avanti fatti, che non saranno pochi". Scuola e povertà: a rischio competenze studenti. A Sud e nelle isole, la percentuale di adolescenti che non consegue le competenze minime in matematica e lettura raggiunge rispettivamente il 44,2% e il 42%, con un picco estremo in Calabria (46% e 37%). In relazione al genere, le disuguaglianze colpiscono in modo particolare le ragazze per la matematica (il 23% delle alunne non raggiunge le competenze minime contro il 20% dei maschi), mentre i ragazzi sono meno competenti in lettura: il 23% risulta insufficiente contro l'11% delle coetanee. Le ragazze e i ragazzi meridionali sono maggiormente svantaggiati sia in matematica che in lettura rispetto ai coetanei settentrionali: la percentuale delle ragazze che non raggiungono le competenze minime in matematica è del 32% al Sud, il doppio delle coetanee del Nord (16%) e la stessa differenza percentuale si riscontra per i maschi meridionali (28%) e i loro coetanei settentrionali (14%). Differenze di genere si osservano anche per le attività ricreative e culturali: il 51% delle minori tra i 6 e i 16 anni non ha fatto sport in modo continuativo contro il 40% dei maschi, mentre questi ultimi leggono meno, fanno poche attività culturali e navigano meno su Internet. Altro fattore della povertà educativa è l'origine migrante dei genitori: tra i ragazzi migranti di prima generazione il 41% non raggiunge i livelli minimi di competenze in matematica e lettura, incidenza che cala al 31% in matematica e al 29% in lettura per i quelli di seconda generazione.
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