giovedì 3 ottobre 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
"In una trappola mortale di fuoco e di acqua si è consumata poco prima dell'alba di oggi una delle più gravi tragedie delle migrazioni in Mediterraneo". L'Osservatore Romano denuncia in questi termini l'ennesima tragedia al largo di Lampedusa che ha registrato quasi cento morti. "Sembra che le fiamme si siano propagate da una coperta incendiata dai naufraghi per attirare l'attenzione di un peschereccio non distante. Ma a questa trappola la casualità concorre solo in parte - sottolinea il quotidiano della Santa Sede -. Ci sono scelte precise, nazionali e internazionali, in quella che Papa Francesco ha chiamato globalizzazione dell'indifferenza, all'origine di una strage che si ripete da almeno un ventennio, periodo in cui il Mediterraneo è diventato tomba di venticinquemila persone, contando solo le vittime accertate"."Esprimo il mio cordoglio per morti immigrati a Lampedusa. L'UE e l'Italia si impegni per seria politica d'accoglienza". Con questo tweet il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, è intervenuto commentando la strage di immigrati che si è verificata stamattina a Lampedusa. "Quest'ennesima tragedia addolora me e tutta la mia Chiesa che è in Mazara del Vallo - ha aggiunto Mogavero - ma, ritengo,riaccende i riflettori su una questione prioritaria: l'Unione Europea deve intervenire, così come il governo italiano, affinché i flussi migratori non siano affidati ai singoli territori, come Lampedusa o la Sicilia stessa. Se qualcuno pensa di trovarsi di fronte a emergenze limitate nel tempo che spera di scongiurare in breve, si sbaglia. Ci troviamo di fronte a un fenomeno più complesso che durerà negli anni, legato all'intrinseca condizione dell'uomo. È normale che ciascuno voglia migliorare se stesso, occupando gli spazi più liberi"."L'immane tragedia di Lampedusa esige da parte di tutti una risposta che non si limiti al cordoglio ma che chiami in causa le responsabilità e si faccia carico del coraggio di una proposta. Chiedo un funerale di Stato, a Roma, per le vittime di questo ennesimo disastro umanitario". Lo dice in una nota Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio ed ex ministro per l'Integrazione e la Cooperazione internazionale.

Dinanzi all’ennesima tragedia del mare, mentre ancora si contano i morti e i dispersi, tra essi anche bambini e donne incinte, l’Azione Cattolica "sente il dovere umano e cristiano di andare oltre il cordoglio per le vittime innocenti e lo sconcerto per un dramma annunciato. E dire il suo "ora basta!". Come denunciato da papa Francesco, quanto accaduta al largo di Lampedusa è una vergogna! La comunità europea ed internazionale non può più ignorare lo stillicidio di sofferenze e lutti di un’umanità dolente che scommette la propria vita inseguendo il sogno di una dignità negata, in fuga da luoghi in cui povertà e guerre sono l’insopportabile normalità"."Non possiamo più sottrarci dal gridare forte e chiaro l’ipocrisia politica di governanti, piccoli e grandi, italiani e stranieri, europei tutti, che continuano a fare del Mare nostrum un moderno cimitero di anime vaganti, tra indifferenza e impotenza ingiustificabili. Non ci si può dire addolorati e sconcertati se si è poi complici silenziosi di tanto male e di tanta morte a buon mercato!". Lo scrive in una nota Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento nello Spirito. "I migranti d’Africa sono nostri fratelli: invocano vita e ricevono morte; sperano nella giustizia sociale e si ritrovano ad essere capi d’accusa della giustizia penale. Lo straniero, il povero, l’esiliato sono sacri dinanzi a Dio! Ignorarli, maltrattarli, lasciarli morire significa sfidare il giudizio di Dio. Quanto continua ad accadere a Lampedusa e nelle coste del Sud d’Italia è ormai insopportabile!"."Davanti a una tragedia dalle inimmaginabili dimensioni per nessuno è possibile e lecito restare indifferente": interviene così Francesco Belletti, presidente del Forum, a proposito dell'ennesimo dramma dell'immigrazione nelle acque di Lampedusa. "Non possono restare indifferenti le autorità italiane e ancor meno possono farlo le istituzioni comunitarie - dice Belletti - non sappiamo in che misura l'evento fosse evitabile, né quanto sia possibile spezzare definitivamente questo traffico di speranza e disperazione che è condizione perché i drammi si ripetano. Sappiamo però che cambiando le politiche sull'accoglienza e sull'aiuto in loco alle popolazioni dei Paesi teatro di cataclismi naturali o in Stato di guerra, si può fare molto per evitare gli esodi. Ma l'azione deve essere comune e concertata tra tutti i Paesi Ue. Nessuno può muoversi da solo".

"Proviamo un immenso dolore per queste morti innocenti. È una triste storia che continua e anche le parole sono stanche. Sono morti che devono pesare sulle coscienze di tutti. E devono farci dire basta, basta aitrafficanti di morte, basta ai venditori di illusioni, basta a chi anche su queste morti fa propaganda, basta a chi cerca scorciatoie con leggi che negano diritti, alimentano illegalità e disperazione": è quanto afferma Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, commentando la tragedia del naufragio dei migranti al largo di Lampedusa."La strage che si è consumata vicino a Lampedusa lascia sgomenti, ma anche pieni di rabbia. Ha ragionepapa Francesco: è una vergogna": è il commento di don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca). "Davvero non ci sono altri modi per gestire l'afflusso - prevedibilissimo - di persone che partono ogni anno dalle coste africane per arrivare nel nostro paese? Noi non lo crediamo. Il problema è che si è scelto di difendere le frontiere e non la vita, di alzare muri invece di affrontare le ingiustizie e accogliere esseri umani. Se cambiamo l'approccio, troveremo le soluzioni" aggiunge il sacerdote. 

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: