venerdì 17 ottobre 2014
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 Da gennaio a giugno 2014 si sono rivolte a 531 Centri di ascolto della Caritas 45.819 persone. Forte l'aumento dell'incidenza degli italiani tra gli utenti Caritas. Tra gli assistiti, infatti, oggi quasi uno su due è di nazionalità italiana (esattamente il 46,5%). Solo un anno fa, nel primo semestre 2013, la percentuale si attestava al 31,1%. I dati sono tratti dal report della Caritas italiana su povertà ed esclusione sociale, resi noti in occasione dell'odierna Giornata di lotta alla povertà. La ricerca ha riguardato 531 centri di ascolto (il 18,7 per cento del totale), in 85 diocesi italiane (il 38,6 per cento del totale). È soprattutto il Mezzogiorno a registrare l'incremento più evidente degli italiani: in queste zone rappresentano addirittura il 72,5%. In termini di età prevalgono i giovani adulti della fascia di età 35-44 (27,1%) e di quella 45-54 (26,0%). Tra gli stranieri risulta più alta l'incidenza degli under 34; tra gli italiani al contrario è più elevato il peso degli over 55. Rispetto alla condizione occupazionale, prevale chi è in cerca di un'occupazione (il 62,7% del totale). "Diminuisce nel corso degli anni il peso degli occupati - afferma la Caritas -. Tale tendenza può essere letta come una conseguenza del calo di occupazione che sta vivendo il nostro Paese e che produce effetti ancor più negativi su chi, già prima della crisi, viveva situazioni di fragilità sul fronte lavoro: precari, working poor, lavoratori saltuari". Come un anno fa, prevalgono i bisogni legati a situazioni di povertà economica: più di un utente su due (il 54,3%) ammette di vivere in uno stato di deprivazione. Tali situazioni vissute in modo analogo da italiani e stranieri coincidono spesso con l'assenza di un reddito o con un livello di reddito insufficiente. Seguono poi i problemi occupazionali (45,0%) e abitativi (20,1%). Tra gli italiani non irrisorie le situazioni di chi vive disagi e vulnerabilità familiari (15,9%). Rispetto agli interventi prevale l'erogazione di beni e servizi materiali (56,3%); tra questi spiccano in particolare la distribuzione di viveri e di vestiario e i servizi mensa. "La seconda voce di intervento è quella dei sussidi economici, in particolare: pagamento bollette, contributi per le spese di alloggio, acquisto di generi alimentari, sostegno per le spese sanitarie - si precisa -. Tra gli interventi realizzati, alto è anche il peso delle attività di orientamento, in crescita rispetto al passato; a beneficiare di tali servizi sono soprattutto i cittadini stranieri, presumibilmente i più fragili sul fronte amministrativo-legale. In molti, infine, hanno beneficiato dei soli interventi di ascolto, magari in profondità e reiterati nel tempo". Le risposte anticrisi delle chiese locali. Caritas italiane e Caritas diocesaneNel corso del 2013 Caritas Italiana ha supportato le Caritas diocesane, con sostegni economici ad hoc, nella realizzazione di interventi di contrasto alla crisi economica in atto. Si afferma nel report: "Il peggioramento delle condizioni economiche di molta parte della popolazione ha reso necessario potenziare gli interventi di supporto in ordine soprattutto ai seguenti ambiti: abitazione, lavoro, spese di prima necessità, sostegno al credito". Da giugno a dicembre 2013, ha presentato richiesta di rimborso il 76% delle Caritas diocesane. Fra le tipologie di spese sostenute, la prevalente risulta essere quella dei contributi al reddito, che assorbe il 39,6% dell'ammontare complessivo di spese rimborsate, seguita dall'acquisto di beni di prima necessità (32%). In modo particolare, al Sud hanno prevalso nettamente le spese destinate alla costituzione di fondi di garanzia presso istituti bancari per la realizzazione di attività di microcredito, all'erogazione di contributi al reddito e per il sostegno alle esigenze abitative. Mentre al Nord risultano prevalenti le spese per i voucher. Il quadro generale. i numeri sull'attività dei centri di ascolto e delle chiese locali sono inseriti nel contesto di una lettura generale che la Caritas fa della situazione italiana ed europea.Secondo il report, in Italia nel 2013 le persone in povertà assoluta risultano essere 6 milioni e 20mila; le famiglie 2 milioni e 28mila. Povertà in crescita"L'incidenza della povertà risulta in continua crescita, attestandosi oggi al 9,9% per gli individui e al 7,9% per le famiglie. Dal 2007 (anno che anticipa lo scoppio della crisi) ad oggi i livelli di povertà risultano più che raddoppiati, palesando così tutte le difficoltà di un Paese che non conosce segnali di ripresa". Di particolare gravità è, per la Caritas, la "questione meridionale". "Il Sud, che prima della crisi evidenziava situazioni di svantaggio, sembra vivere adesso situazioni di autentico dramma sociale si sottolinea - . Oggi nel Mezzogiorno le persone che non riescono a far fronte a quelle spese base, che garantiscono una vita dignitosa, sono il 14,6% del totale (il 12,6% delle famiglie). In termini assoluti si contano in queste aree oltre 3 milioni di incapienti, praticamente la metà dei poveri di tutta la nazione". Tuttavia non è solo il Mezzogiorno a registrare segnali negativi. Le aree del Centro e del Nord in poco più di un lustro hanno visto praticamente raddoppiare il peso dei poveri sul totale della popolazione.
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