giovedì 8 agosto 2013
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Misure "demagogiche" e "inquietanti". A bocciare senza mezzi termini le nuova normativa in materia di femminicidio sono i penalisti, convinti che quello scritto oggi rappresenti "un nuovo e sempre più inquietante capitolo della insensata corsa al rialzo ingaggiata dalla maggioranza di governo con le peggiori istanze demagogiche provenienti dalle opposizioni in materia penale"."Dopo aver licenziato un Dl annunciando misure per contenere l'eccessivo ricorso al carcere, peraltro in massima parte abortite in sede di conversione - premette l'Unione delle camere penali - si rilanciano oggi nuove ipotesi di custodia cautelare, di arresto obbligatorio oltre ad una pioggia di inasprimenti di pena per reati oggetto di campagne giornalistiche ma dei quali si ignorano i dati criminologici". L'Unione degli avvocati penalisti "da anni si batte perchè il sistema delle sanzioni sia rivisto in base a criteri oggettivi, quali il rilievo del bene giuridico protetto dalla singola norma penale, invitando - con la migliore dottrina - a evitare di legiferare sull'onda emotiva di fatti di cronaca o del bisogno di lanciare rassicurazioni di facciata all'opinione pubblica fomentata da campagne di stampa". Per i penalisti "non è questo un modo serio di legiferare in campo penale, e non è con la gara a chi fa la faccia più feroce che si affronta il problema giustizia. Non per caso siamo agli ultimi posti delle classifiche mondiali: è il risultato di una produzione legislativa simbolica, emotiva, basata sul piccolo cabotaggio politico, ma soprattutto schizofrenica rispetto alle stesse analisi governative che pure ammettono il fallimento delle politiche 'carcerocentrichè seguite negli ultimi vent'anni".L'introduzione di figure come l'anonimato dei denuncianti, l'arresto obbligatorio per il reato di maltrattamenti in famiglia, l'espansione della cosiddetta flagranza differita, secondo l'Ucpi "fa arretrare il Paese rispetto ad elementari standard di civiltà giuridica che pensavamo acquisiti. Si tratta di figure che ribaltano il principio costituzionale della presunzione di innocenza, per di più in una materia, quella dei rapporti familiari, che si presta anche ad accuse strumentali sulla base delle quali domani si andrà direttamente in galera senza alcun filtro preliminare: uno scenario preoccupante che se accontenta le istanze dei forcaioli equamente distribuiti tra maggioranza e opposizione, certamente imbarbarisce il sistema". Peraltro, per ragioni di "pura propaganda, si abusa per l'ennesima volta in tema di sicurezza, dello strumento del Decreto legge, senza che vi siano i requisiti d'urgenza, mentre non lo si usa per questioni, come il sovraffollamento carcerario dove l'urgenza è sotto gli occhi di tutti. La già programmata astensione dalle udienze dei penalisti acquista oggi nuove ragioni".​
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