mercoledì 22 maggio 2013
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«Il sindaco di Bologna Merola sta combattendo una battaglia di libertà e la sta combattendo da solo: è troppo chiedere che, prima di domenica, il segretario del Partito democratico Epifani ci metta la faccia esprimendogli il pieno sostegno del partito?». Auspica una «risposta forte» a chi, attraverso il referendum bolognese, «sta lavorando per mettere in difficoltà il Pd», Edoardo Patriarca, deputato democratico, già portavoce del Forum del Terzo settore. «La questione è cruciale – sottolinea Patriarca – e i vertici di un partito che vuole essere riformatore e aperto al nuovo su questo devono dire una parola chiara».Che partita politica si sta giocando sulle paritarie bolognesi?Concordo con chi dice che, attraverso il referendum, la sinistra di Sel abbia lanciato un’Opa ostile verso il Partito democratico. Non a caso, a sostegno dei referendari, sono scese in campo personalità del calibro di Vendola e Rodotà. Per questa ragione ribadisco la necessità di una risposta, forte e urgente, del partito a sostegno di Merola. Una presa di posizione che ricordi, a chi ha la memoria corta, che la legge emiliana sulle paritarie è stata approvata con Bersani presidente della Regione e che la legge 62 del 2000 sulla parità scolastica è stata varata dal centrosinistra unito.Un eventuale successo del referendum potrebbe mettere a rischio il ruolo pubblico del non profit e del Terzo settore?Il rischio c’è e su questo punto voglio essere molto chiaro: è tempo di smetterla di identificare lo spazio pubblico con lo statale. È una visione di un mondo che non c’è più, che non aiuta il Paese e che non è nemmeno costituzionalmente fondata. La gestione dei beni comuni non è monopolio dello Stato ma può essere agita da altri soggetti. E la politica, in questi casi, non arretra ma anzi recupera in pieno la propria vocazione sussidiaria e di sostegno della società civile che si organizza.Non trova curioso che, sia chi vorrebbe abolire il finanziamento alle paritarie sia chi lo vuole mantenere, si appelli alla Costituzione per dare forza alle proprie ragioni?La libertà educativa è sancita dalla Costituzione ed è una questione di rilevanza strategica. Se negassimo la libertà delle famiglie di scegliere il meglio per i propri figli, a partire dalla scuola, ne andrebbe di mezzo l’essenza stessa della nostra Repubblica. In questo senso, a Bologna è in atto un vero e proprio tentativo liberticida che punta a ridurre la libertà dei genitori, come se i figli fossero proprietà dello Stato.Qual è l’aspetto che la colpisce di più in tutta questa vicenda?Che, ancora una volta, si sta combattendo una battaglia sui soldi, una battaglia tra poveri. Credo che sia giunto il momento di dire basta e che, una volta per tutte, si capisca che il sistema scolastico pubblico italiano, composto da scuole statali e scuole paritarie, si arricchisce e cresce soltanto con il contributo di tutti i soggetti. E, invece, quasi ogni mese assistiamo alla chiusura di una scuola paritaria a causa dei continui tagli alle risorse. E questo non è un bene per il Paese.
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