giovedì 23 aprile 2015
​Dall'indagine della procura di Catania emergono fatti raccapriccianti. Nessuna pietà. I nomi dei sopravvissuti.
Accoglienza, le Regioni che dicono no
Gettati in mare perché cristiani, arrestato lo scafista
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Non solo un naufragio. Non solo un comportamento vergognoso da parte del comandante dell’imbarcazione. Ma anche tanta violenza, contro questa povera gente in cerca di speranza. È quanto emerge dall’inchiesta aperta dalla Procura di Catania sulla tragedia che si è consumata nel Mediterraneo nella notte tra sabato e domenica. Vediamo alcuni punti emersi nell’indagine in corso ascoltando i testimoni e incrociando le informazioni. Quanti morti? "Dal complesso delle dichiarazioni può affermarsi ragionevolmente che sul peschereccio" che ha fatto naufragio al largo della Libia "vi fossero oltre 750 persone". È la valutazione della Procura di Catania agli atti dell'inchiesta dalla quale emerge anche la "presenza poco prima della partenza di personale libico, indicato come “poliziotti” che avrebbero ricevuto dei soldi”. Se si considera che i sopravvissuti sono 26, oltre ai due scafisti, si può concludere che i morti siano oltre 720. Una strage. Picchiati prima di imbarcarsi Diversi migranti stipati in una fattoria in attesa di salire sul peschereccio che ha poi fatto naufragio sarebbero stati "picchiati selvaggiamente con dei bastoni" perché "non obbedivano agli ordini" dei trafficanti. "Le bastonature avrebbero provocato alcuni decessi, altri sarebbero morti di stenti". Nessuna pietà. Ragazzo ucciso perché si era alzato in piedi Dall'inchiesta sul naufragio in Libia emergono atti di "inumana violenza", come quello di un ragazzo ucciso su un gommone mentre raggiungeva - insieme ad altri - il peschereccio poi affondato perché si era alzato senza permesso. Il suo cadavere sarebbe stato poi buttato in mare. Comandante incompetente e carico eccessivo Il naufragio del barcone carico di migranti al largo della Libia è stato causato da "errate manovre del comandante del peschereccio e al sovraffollamento dell'imbarcazione, caricata fino all'inverosimile". È la dinamica dell'accaduto secondo "concordanti dichiarazioni dei sopravvissuti". L’impegno dei soccorritori   Molte dichiarazioni confermano anche "l'immediata e proficua attività di soccorso da parte del mercantile portoghese che, dopo aver prontamente aderito all'ordine di prestare soccorso, si è profuso per molte ore nel soccorso e nella ricerca dei naufraghi". Come agiscono i trafficanti di uomini I migranti, ricostruisce la Procura di Catania, "furono inizialmente concentrati in una fattoria nei pressi di Tripoli", dove secondo una prima stima erano tra i mille e i milleduecento. Sono stati poi portati con furgoni fino alla costa e qui trasbordati a mezzo di un gommone di grosse dimensioni sul peschereccio. Provenivano da diversi Paesi e hanno pagato somme molto diverse per il viaggio verso l’Italia. Le somme pagate sono in alcuni casi molto basse (tra i mille ed i 1500 dinari libici), in altri molto più alte, anche i 7.000 dollari. I nomi dei 26 che si sono salvati La procura di Catania ha oggi reso noti i nomi dei 26 migranti sopravvissuti al naufragio di sabato scorso (altri due sono i presunti scafisti), chiedendone la pubblicazione "ai fini di una completa informazione dei congiunti". Questo l'elenco: Brhalli Vaitom Brhalli, nato in Eritrea il 28 maggio 1992; Habtom Tesfalem, nato Eritrea il 21 maggio 1996; Nasir Khan, nato in Bangladesh il 16 aprile 1998; Omar Jauara, nato in Mali l'1 gennaio 1996; Makan Fofana, nato in Mali il 12 dicembre 1989; Karamako Tanja, nato in Senegal il 30.4.1984; Tarek Fotui, nato Eritrea il 1 gennaio 1995; Hassan Abdorrazak, nato in Somalia il 6 febbraio 1999; Omar Abdi Dakale, nato il Somalia l'1 gennaio 1998; Islam Riajul, nato in Bangladesh il 10 maggio 1998; Budubi Buare, nato in Mali il 23 marzo 1993 ; Nabay Salam Sidi, nato in Sierra Leone il 10 maggio 1991; Ousmane Gano, nato in Senegal il 13 giugno 1984; Segu Dabati, nato in Costa D'avorio il 18 giugno 1992; Ibarhim Mbalo, nato in Gambia il 28 novembre 1995; Isa Kulibali, nato in Mali il 25 novembre 1995; Shernan Sho, nato in Mali il 31 dicembre 1996; Samba Kamar, nato in Mali l'1 gennaio 1995; Ibrahim Manjal, nato in Mali il 31 dicembre 1986; Samba Jacumba, nato in Mali l'1 gennaio 1989; Kulumbali Yussouf, nato in Mali il 31 dicembre 1984; Alhaj Silan, nato in Mali il 28 agosto 1996; Zemen Ibrahim, nato in Eritrea il 19 marzo 1995; Kalifa Kanute, nato in Mali l'1 gennaio 1995; Gamba Sidibe, nato in Mali l'1 gennaio 1990 e Hasan Ksan, nato in Bangladesh il 2 dicembre 1982.
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