mercoledì 25 maggio 2016
La mamma muore in mare, ma affida la figlia di 9 mesi a un'altra migrante che la salva
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La mamma non ce la fa ad attraversare il Mediterraneo. Ma prima di morire affida la sua piccola di 9 mesi a un'altra donna, migrante come lei. Lei non vedrà mai la possibilità di una vita migliore, ma per sua figlia ha fatto tutto il possibile, affidandola a Dio e agli uomini di buona volontà.

La tragedia durante una delle tante traversate nel Canale di Sicilia; a poca distanza da dove altre 5 persone hanno perso la vita nel rovesciamento di un barcone.

Così la bambina ce l'ha fatta. Ha attraversato il mare ed è arrivata sana e salva a Lampedusa.

Stamattina una motovedetta della Capitaneria di porto ha sbarcato una ventina di persone, in prevalenza donne, che avevano necessità di cure: presentavano ustioni da benzina sul corpo. Con loro viaggiava la piccola, in braccio a una ragazza. I migranti sono stati tutti trasportati all'ambulatorio dell'isola, e con loro la bimba, che ha ricevuto le cure di Pietro Bartolo, il medico che presidia l'unico avamposto sanitario di Lampedusa e il cui lavoro più che ventennale è uscito dall'ombra, insieme alla sua umanità, con il film di Gianfranco Rosi "Fuocoammare".

Ecco cosa racconta Bartolo: "L'ho visitata, sta bene. Le abbiamo dato del latte, cambiato i vestiti. Era leggermente disidratata, ma niente di serio. È rimasta in ambulatorio per alcune ore, poi l'ho accompagnata io stesso nel centro d'accoglienza, consegnandola alla polizia. È in buone mani". E aggiunge sconsolato: "I migranti sentiti hanno riferito tutti la stessa versione e questo ci fa pensare che le cose siano andate proprio così, che la mamma della bimba sia proprio morta". A distanza di ore, infatti, è crollata la speranza che la donna potesse trovarsi tra i 120 migranti giunti successivamente al molo con un altro mezzo della Guardiacostiera.Lampedusa, che non ha mai fatto il callo alla tragedia dei migranti, cerca di dare un nome alla piccola, probabilmente giunta dal Mali. Oggi altri bambini, ben 250, ma con i loro genitori, sono arrivati al porto di Palermo sulla nave Dattilo della Guardia costiera che aveva a bordo 1.045 persone soccorse nel Mediterraneo.

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