mercoledì 28 gennaio 2015
Legge  "anti-moschee", regole urbanistiche più onerose e rigide. Penalizzate tutte le confessioni. Il Comune di Milano all'attacco: «Un pugno in faccia al dialogo con l'Islam».
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l Consiglio regionale lombardo non fa in tempo ad approvare la cosiddetta legge "anti-moschee", che stabilisce regole urbanistiche più onerose e rigide per autorizzare l’apertura di nuovi edifici di culto, che subito scoppia la bagarre a Palazzo Marino, impegnato nella preparazione di un bando per dare a Milano una o più moschee. Infatti, alle proteste dell’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino («un pugno in faccia al dialogo») contro la Regione si sono subito aggiunte le considerazioni delle opposizioni. «Bisogna discutere subito degli effetti della Legge regionale sul bando del Comune di Milano relativo ai nuovi luoghi di culto, nonché di quelli sulle diverse confessioni religiose, inclusa quella cattolica – ha detto il capogruppo del Polo dei milanesi, Manfredi Palmeri –. Il bando aveva già numerose lacune, che solo grazie a noi sono diminuite per coniugare libertà e sicurezza. Leggeremo il testo della nuova norma, capiremo le conseguenze e valuteremo il da farsi, stando attenti che non si generino effetti-boomerang e prendendo con le pinze temi delicati come quelli dei referendum». Al Pirellone ha votato a favore il centrodestra, contro le opposizioni. La legge impone ai richiedenti di farsi carico delle spese per i servizi parcheggi, strade e impianti di video-sorveglianza (obbligatori). Ai progetti, di rispettare il «paesaggio lombardo» e il vaglio di una procedura Vas. Ai Comuni è data la facoltà di indire referendum consultivi. La legge regionale sulle attrezzature religiose che nella versione finale riguarderà di fatto anche la Chiesa cattolica, proponente il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo, è stata approvata dal Consiglio lombardo con alcune modifiche rispetto al testo licenziato la scorsa settimana in commissione Territorio (sede in cui tutte le confessioni religione e le associazioni hanno aspramente criticato il documento). Tuttavia per renderlo più chiaro e scongiurare di essere dichiarata in futuro incostituzionale, come paventato dagli stessi uffici legali del Pirellone, la maggioranza di centrodestra ha specificato nel testo che le norme valgono sia per le confessioni religiose che hanno firmato intese con lo Stato italiano sia per quelle che non hanno un’intesa, come l’Islam. Con diversi effetti. In entrambi i casi, dovranno essere stipulate convenzioni in materia urbanistica con i Comuni interessati. Nel secondo caso, quello che riguarda per esempio l’Islam, deciderà con un parere una nuova Consulta regionale. A inizio discussione le opposizioni - Pd, M5S e Patto Civico - non sono riuscite a far approvare la pregiudiziale di costituzionalità e hanno votato contro la legge ritenendola sbagliata, poiché va a incidere sul diritto alla libertà di culto. Di diverso avviso il centrodestra che replicato dicendo di «voler garantire sicurezza ai cittadini e difendere l’identità».
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