venerdì 7 febbraio 2014
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Don Nicola Barbato, direttore dell’ufficio diocesano Migrantes della Chiesa di Aversa, non nasconde la sua irritazione per le condizioni in cui si trovano adulti e bambini rom, costretti a sopravvivere alle porte dell’immensa discarica a Giugliano, territorio che fa parte della diocesi normanna. «Una scelta sbagliata dall’inizio anche se doveva essere solo una sistemazione momentanea. Invece sono più di due anni che stanno lì e la situazione è sempre peggio» tuona. Don Nicola è ancora più adirato perché, racconta, «ho trovato ovunque le porte chiuse» davanti alla richiesta di aiuti e soprattutto di fronte alla necessità, «che pure sta sotto gli occhi di tutti», di smantellare l’indecenza di un campo nomadi, costruito tra la spazzatura, per allestire altrove un nuovo accampamento organizzato con acqua potabile, elettricità, servizi igienici. «Almeno il minimo per vivere in decenza» ribadisce don Nicola, che nonostante la sua insistenza, come una continua supplica, non ha ricevuto risposta a nessuna delle sue domande. «Una situazione bloccata, di cui non si riesce a venire a capo» annota. E nulla ha potuto, il 4 maggio dell’anno scorso, nemmeno l’affollata fiaccolata di “Solidarietà al popolo Rom”, con partenza proprio a Giugliano, dalla Parrocchia San Nicola, organizzata nell’ambito della Festa dei Popoli diocesana, nata per «sensibilizzare il territorio, favorire l’integrazione, stimolare la conoscenza e l’arricchimento reciproco».La Caritas diocesana, con l’ufficio Migrantes, si occupa costantemente dei rom nel campo di Giugliano, sollecitata anche da fratel Raffaele, delle Scuole Cristiane, al momento la persona che più di frequente si reca all’accampamento e cura, ascolta, consola, rassicura. È infatti fratel Raffaele che elenca e riporta alla Caritas le esigenze in particolare dei bambini: vestiario e cibo soprattutto. «Cerchiamo almeno di venire incontro a questi bisogni primari» afferma don Nicola. Di recente sono stati acquistati e donati due camper per ospitare altrettante famiglie che non avevano più dove stare. «Siamo in lista di attesa per ottenere dalla diocesi un terreno libero dove trasferire il campo – spiega don Nicola – un posto sicuro e salubre. Sappiamo che i tempi sono lunghi, ma speriamo il contrario» aggiunge. Anche per dare concreto seguito alle parole del vescovo di Aversa Angelo Spinillo il quale in più di un’occasione ha ricalcato che «la missione della Chiesa è dare sostegno agli ultimi, a chi non gode dei servizi e dei diritti essenziali ed è costretto a vivere ai margini della società, spesso preda del malaffare».
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