giovedì 19 settembre 2013
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Una "neolingua" artificiale, inventata per «sdoganare un domani il matrimonio e le adozioni gay». Giancarlo Cerrelli, vicepresidente nazionale dell’Unione giuristi cattolici italiani, vede nella vicenda di Bologna il tassello di una manovra più complessiva. «Personalmente ritengo che si stia cercando artatamente di creare una nuova cultura della famiglia e della convivenza sociale in genere. Si vuole destrutturare la società per costruirne una nuova, non secondo natura.Ufficialmente si vorrebbe evitare così ogni discriminazione.In realtà chiamare i genitori madre e padre non provoca alcuna discriminazione né all’interno della coppia né nei confronti di persone omosessuali (che tra l’altro hanno un padre e una madre), mentre parlare ad esempio di "genitore richiedente e genitore altro" o "genitore 1 e 2" lo è: chi è l’1? chi il 2? Inoltre dare dei numeri potrebbe aprire anche a un genitore 3 o 4, ovvero a unioni poligamiche e all’abbattimento della struttura naturale della nostra società.Uno scenario fantascientifico...Eppure oggi ci troviamo a discutere di cose che solo pochissimi anni fa sarebbero state inimmaginabili, come appunto l’abolizione di parole come mamma e papà. Queste discussioni sono assurde perché del tutto scollate dalla realtà della gente, è puro artificio ideologico.Con tutte le vere emergenze che la politica dovrebbe risolvere...Così come per la legge antiomofobia, anche qui non c’è alcuna emergenza sociale che giustifichi la condotta dell’assessore bolognese: nessun bambino certo si sente discriminato perché sui moduli c’è scritto padre e madre. Tra l’altro un assessore non può dettar legge, questo è un problema a livello nazionale, un Comune non può cambiare una terminologia che ha addirittura risvolti antropologici senza un riferimento normativo nazionale. È un abuso, uno strappo senza valenza giuridica, esattamente come i registri delle unioni civili.Cosa c’è dietro battaglie così ingiustificate? Cui prodest?Alla base di tutti questi fenomeni c’è l’ideologia del gender, che privilegia le percezioni di ogni persona piuttosto che il dato biologico: "non nasci uomo o donna, ma ciò che ti senti e vuoi essere". Per potersi attuare, questa ideologia ha bisogno di indifferenziare i sessi, femminilizzare la figura maschile e maschilizzare quella femminile. È un’operazione culturale iniziata negli anni ’50 e oggi arrivata a pretendere matrimonio e adozione per i gay, attraverso la legge antiomofobia, se passasse la quale si userebbe il diritto per imporre l’ideologia: varata la legge, sarebbe ritenuto atto discriminatorio usare termini come padre e madre. Anche sui documenti e negli uffici pubblici...
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