martedì 16 settembre 2014
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Il ripetuto "no" dell’Europa alla sostituzione dell’operazione Mare Nostrum con un’analoga missione multilaterale non è solo un problema finanziario. Anzi, dall’agenzia europea per le Frontiere arriva un neanche troppo velato atto d’accusa al governo italiano. «La presenza dei mezzi navali di Mare Nostrum vicino alla costa libica può incoraggiare i migranti i cui Paesi i paesi non hanno accordi di riammissione con l’Italia».La lettura di un recente rapporto riservato di Frontex, proprio nel giorno in cui arriva la conferma di tre naufragi con almeno 800 morti, stride con la realtà. Le tragedie avvenute in Libia sono accadute a poche miglia dalla costa, in un tratto a ridosso delle acque libiche e normalmente non pattugliato da Mare Nostrum, che normalmente agisce in uno specchio di mare più arretrato.Secondo gli esperti di Frontex, «la presenza di navi da guerra (italiane, ndr) vicino alla costa libica ha cambiato la tendenza precedente e le dinamiche dei viaggi in mare», tanto che i barconi «vengono dotati di poco carburante, solo quanto basta per raggiungere la zona di copertura Mare Nostrum».Un’analisi che lascia intendere che dal quartier generale di Varsavia, dove ha sede l’agenzia europea per le frontiere, non solo non vedono di buon occhio il dispositivo di ricerca e soccorso in mare italiano, ma che "Frontex Plus" - come già anticipato da Avvenire - non ne seguirà l’esempio, ridimensionando le forze e arretrando il pattugliamento. Secondo gli analisti dell’agenzia, le previsione dei flussi migratori «dipendono in larga misura» dalla permanenza del massiccio dispositivo di soccorso. «Se le navi restano, è prevedibile un costante ed elevato numero di arrivi» anche durante «il periodo invernale, cioè quando i migranti normalmente non rischiano le traversate in acque agitate». Con la sospensione del pattugliamento in quell’area, «le tendenze degli anni precedenti dovrebbero riprendere».Secondo lo schema di proposte formulato da Frontex, Mare Nostrum va dunque chiusa e sostituita con una missione a basso impatto. Affinché si riduca il rischio di naufragi, gli specialisti suggeriscono di «annunciare con largo anticipo» la chiusura di Mare Nostrum in modo da scoraggiare i profughi. In caso contrario ci sarebbe il rischio «di un maggior numero di incidenti mortali».
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