mercoledì 5 dicembre 2012
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Ogni bambino nato in Italia nel 2011, circa 550mila bebè, è venuto alla luce gravato da un fardello di 3,5 milioni di debito pubblico. È una cifra impressionante quella del rapporto di Save the Children, la più alta in Europa, tre volte quella relativa ai bambini svedesi o spagnoli. E basterebbe da sola a dare l’idea di come il nostro Paese, per garantire rendite alle generazioni passate, abbia sacrificato il suo futuro. Quelli che erano diritti sono diventati in breve "diritti acquisiti" e poi "diritti consumati", in conclusione "diritti negati" ai più giovani. Il debito accumulato dalla generazione precedente si traduce infatti in carenza di risorse da destinare ai servizi per l’infanzia: dai nidi alla qualità delle scuole, dall’assistenza alle famiglie più povere alla possibilità di un fisco che aiuti i nuclei numerosi.Il problema, tuttavia, non è solo italiano. Anzi. Nel nostro Paese il debito per neonato è salito negli ultimi 10 anni di ben 860mila euro a bambino, ma siccome la denatalità è un problema anche europeo, ci sono Paesi che stanno correndo ancora più di noi. E, a guardare l’evoluzione dei debiti per neonato nel Vecchio continente, si scopre che ad esempio questo è cresciuto di più in Grecia (1 milione e 600mila euro), Irlanda (1 milione e 500mila euro) e Germania (1milione e 460mila euro). Circa un milione in più di debito per ogni neonato è stato generato in dieci anni anche in Francia, Olanda, Irlanda e Lussemburgo.Il motivo è il combinato tra il forte calo della natalità in Europa, continente che converge verso un triste tasso di fecondità di 1,6 figli a donna, e l’aumento dei debiti pubblici. Pochi bambini e tanti debiti è, a ben vedere, la formula del "declino perfetto". E il fatto che nelle prime tre posizioni vi sia la "virtuosa" Germania è un elemento preoccupante: quel virtuosismo probabilmente non è destinato a durare. L’economia tedesca sta marciando grazie alle esportazioni della sua industria, ma ha una popolazione che invecchia e consumi interni che non ripartono. E, con il forte aumento del debito che grava sui neonati, ci sono tutte le condizioni per temere presto lo scoppio di una nuova bolla.
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