mercoledì 29 agosto 2012
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«Una società non può assolutamente reggersi» sull’azzardo che «spinge a giocarsi tutto sulla fortuna, su un’ipotesi, su una probabilità». Per questo «ben vengano tutte quelle misure di carattere normativo che mirano ad aggiustare, correggere, riportare in sesto questa mentalità»: alla vigilia della festa della Guardia, l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, è intervenuto sul provvedimento proposto dal ministro della Salute che dovrebbe introdurre un giro di vite su sale gioco e slot machine. Il “decretone sanitario” di Renato Balduzzi ha trovato ampia eco. Anche e soprattutto tra le associazioni che da anni si battono contro la piaga del gioco. Sarebbe «un piccolo passo» verso una «crescita autentica dell’Italia». Ecco perché è necessario che restino intatti i suoi principi ispiratori, che non possono «subire modifiche»: così le associazioni e fondazioni del Cartello “Insieme contro l’azzardo” e della Consulta nazionale antiusura, anche alla luce delle pressioni per uno stop alle misure. Le proposte che venerdì dovrebbero arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri «a noi stanno molto a cuore», dicono, soprattutto «quelle relative all’inserimento nei livelli essenziali di assistenza delle prestazioni sanitarie a favore dei giocatori d’azzardo patologici». Lo Stato, aggiunge Attilio Simeone, coordinatore nazionale del Cartello, non «può continuare a rimanere silente dinanzi a una patologia che oggi colpisce quasi un milione di italiani». E rilancia: c’è bisogno di un «Osservatorio», per «intervenire preventivamente e contenere i costi sociali e i costi effettivi che lo Stato sarebbe chiamato a sborsare per la cura dei giocatori patologici», nient’altro che una «forma anticipata di spending review». Ci tengono le associazioni alla nuova legge. D’altronde, molte delle norme proposte dal ministro della Salute sono frutto del confronto diretto con i loro operatori: «Vogliamo ricordare al governo e al Parlamento intero che incombe un pericolo assai più forte costituito dal gioco d’azzardo on-line che si sta diffondendo come un’epidemia tra i giovanissimi e nelle famiglie italiane soprattutto in questo momento di crisi». Inoltre, aggiunge Simeone, il gioco sul web «spesso sfugge al controllo», determinando una «potenziale patologia» e «minori entrate per lo Stato in termini di fiscalità» perché a gestirlo sono società estere. E la notizia della stretta contro videopoker e slot machine era arrivata a Vicenza in anteprima dal ministero dell’Interno. Se il testo resterà così com’è – ha detto il primo cittadino Achille Variati – «non saremo più soli nella nostra battaglia contro la ludopatia». L’augurio è che «il governo tiri dritto senza sbandare». La paura è che le lobby del gioco d’azzardo si scatenino per difendere un giro d’affari di 80 miliardi di euro all’anno.Il decreto Balduzzi «non farebbe che confermare la nostra politica di prevenzione», ha sottolineato Rodolfo Faldini, assessore comunale alle politiche giovanili di Pavia, dove dall’11 luglio le nuove sale da gioco o i locali con videopoker devono essere a 500 metri di distanza da “luoghi sensibili”. «La proposta del governo è un passo avanti, che cerca di porre paletti allo strapotere di chi guadagna milioni di euro sulle debolezze delle persone». Soddisfatto delle misure in arrivo – sempre che non subiscano modifiche dell’ultimo minuto – anche Marco Zacchera, sindaco del Comune di Verbania, che fu multato dal Tar e chiamato a pagare un risarcimento di circa un milione e mezzo di euro per aver fatto spegnere la mattina le macchinette da gioco contro il problema delle ludopatie tra i giovani e per evitare che gli studenti saltassero la scuola per andare a giocare. «Si va nella direzione giusta – commenta Zacchera – però vorrei che la misura che vieta la presenza di videopoker in un raggio di 500 metri dalle scuole si applichi alla situazione già esistente e non solo per le nuove sale».Ha collaborato Salvatore Scolozzi
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