giovedì 12 marzo 2015
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«Le nostre regole deontologiche non consentono di nascondere la propria identità e di agire sotto mentite spoglie, se non quando la vita del giornalista è in pericolo. Oppure quando il dichiarare l’identità renderebbe impossibile il servizio, ma per scoprire che cosa la Chiesa preveda sui divorziati o sul Battesimo non occorre certo guardare dal buco della serratura». Severo il giudizio di Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti: «Se queste sono le inchieste...». La collega di Qn sostiene che entrare nei confessionali fingendo situazioni non sue serviva a ottenere risposte più sincere.Non si può fare, deontologicamente è molto grave. Ma tra l’altro che cosa voleva documentare? Che cosa ha trovato? Dei sacerdoti che sono fedeli al magistero della Chiesa e con estrema umiltà si pongono al fianco della persona, la comprendono fino in fondo, cercano assieme a lei il modo migliore e più umano per affrontare i problemi. E per ottenere questo occorreva calpestare in un colpo solo la deontologia professionale e un sacramento? L’impressione è che si cercasse lo scandalo, lo scoop, ma che le sia andata male. Perché se invece l’intento era rappresentare dei sacerdoti coscienziosi non era questa la via.A dispetto dei titoli, aggressivi e fuorvianti, il ritratto dei preti che ne esce è molto positivo, infatti.Vorrei incontrarli uno per uno per stringere loro la mano. Ma i titoli sono micidiali: «Vai dallo psicologo», avrebbe intimato un confessore alla ragazza lesbica che cerca Dio, poi se si va a leggere si trova invece tutta la tenerezza del pastore che non ha la risposta per tutto, ma che accoglie e fa suo il problema altrui. Un altro titolo parla di «Sacerdote irremovibile» che esclude la divorziata: «Non voglio scandali»! Ma alla giornalista nel confessionale aveva detto tutt’altro: «Quando la vita finisce non ci si pone davanti alla Chiesa ma davanti a Dio, è a Lui che dobbiamo rendere conto delle nostre azioni», intendendo che Dio è più misericordioso di quanto non pensiamo noi uomini... Mi hanno dato molto fastidio le tante trappole tese per farli cadere in affermazioni gravi: che modo di lavorare è questo?Ma nessuno di loro ci è caduto...I sacerdoti hanno ricordato con competenza e correttezza le regole. Se ti iscrivi al circolo del tennis rispetti le regole o no? E allora se desideri far parte della Chiesa ed essere cattolico è così strano che la stessa Chiesa ti chieda coerenza? Prendiamo l’esempio del Battesimo: il confessore spiega alla finta fedele che la madrina ha un ruolo, non è un’amica di famiglia scelta a caso, dunque deve essere chiaramente una cristiana vera e praticante. È uno scoop questo? Sa cosa mi sorprende? Se l’autrice delle inchieste fosse alle prime armi capirei, ma è un’inviata, doveva rifiutarsi di fare ciò che il direttore le chiedeva.Chi tutela la deontologia?La legge Severino ha tolto ogni potere disciplinare all’Ordine nazionale dei giornalisti, ridisegnando una struttura regionale. Ci sono gli estremi perché agisca l’Ordine della Toscana, al quale la giornalista è iscritta. Ma voglio essere positivo e leggere domani su Avvenire una sua spiegazione convincente... magari le sue scuse.
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