martedì 16 ottobre 2012
​Secondo i pm di Milano la giunta del Pirellone approvò una delibera per sbloccare l'apertura di una discarica di amianto di proprietà del bergamasco Locatelli, arrestato per la tangente a Nicoli Cristiani. Il presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, accusato di corruzione in concorso con il politico bresciano, si è dimesso.
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Una nuova bufera scuote il mondo lombardo della politica e degli affari. La Guardia di finanza di Milano ha perquisito gli uffici di Rossano Breno, presidente della Compagnia delle Opere di Bergano, e del suo ex vice, Luigi Brambilla, nell'ambito dell'inchiesta sul caso Nicoli Cristiani. I due sono indagati per corruzione. Breno si è intanto dimesso, dicendosi comunque estraneo alle accuse. Le indagini riguardano anche una delibera della Giunta Formigoni relativa alla discarica di Cappella Cantone, nel Cremonese. Secondo i pm, gli amministratori del Pirellone avrebbero favorito "con atti contrari ai doveri d'ufficio" gli interessi dell'imprenditore edile Pierluca Locatelli. Nella vicenda, secondo la procura, c'è anche "un diretto coinvolgimento" dei vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo.Le perquisizioni delle Fiamme Gialle sono state disposte dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio nell'ambito dell'inchiesta sull'ex assessore Franco Nicoli Cristiani che avrebbe intascato una mazzetta da 100.000 euro, versata da Locatelli per ottenere il via libera nella realizzazione della trasformazione della discarica in discarica di amianto.Gli sviluppi dell'inchiesta hanno portato a indagare il presidente e il vice presidente della Compagnia delle opere di Bergamo, anche loro accusati di corruzione in concorso con Nicoli Cristiani, Locatelli e altre persone in quanto, per accelerare l'iter della discarica, avrebbero preteso e ottenuto dall'imprenditore bergamasco una somma di denaro consistente (si parla di centinaia di migliaia di euro) e altre "utilità" e in particolare lavori gratuiti per costruire una scuola di Comunione e Liberazione, sempre in provincia di Bergamo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, per realizzare la discarica di amianto sarebbe stato necessario un atto della Regione Lombardia. Atto che il 20 aprile del 2011 sarebbe poi arrivato: si tratta di una delibera di Giunta proposta dal governatore Roberto Formigoni che ha sbloccato l'apertura del sito dove conferire l'amianto nonostante l'opposizione della Provincia di Cremona e i diversi orientamenti della normativa regionale in materia ambientale. Tale delibera inoltre, in base ai primi accertamenti, non risulta pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione. Tutti gli episodi corruttivi finora contestati dai pm milanesi sarebbero serviti, nel corso del tempo, per arrivare a trasformare la discarica che si trova nel Cremonese in una discarica per l'amianto, così come avrebbe voluto Locatelli.
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