venerdì 20 marzo 2015
​Foto fortemente offensive nei confronti della fede cristiana scattate al circolo Arcigay Il Cassero hanno provocato la reazione della città. L'arcivescovo: vere bassezze. Il sindaco: sono indignato. I consiglieri: non con i soldi del Comune.
COMMENTA E CONDIVIDI
La Procura di Bologna ha aperto un'indagine sulla vicenda che ha coinvolto il circolo Arcigay "Il Cassero", in merito alle fotografie blasfeme scattate durante una serata intitolata "Venerdì credici" e pubblicate su Facebook. Una di queste, per fare un esempio, mostra tre uomini travestiti da Gesù che mimano pratiche sessuali, anche con una croce. I reati ipotizzati sono offese a una confessione religiosa mediante vilipendio e atti contrari alla pubblica decenza. Il fascicolo è stato aperto in seguito all'esposto presentato dai consiglieri comunali di Forza Italia, Galeazzo Bignami e Marco Lisei, e da Valentina Castaldini (Ncd). L'arcivescovo, cardinale Caffarra: che bassezza! "Le fotografie della serata al Cassero di Bologna sono un insulto di inarrivata bassezza e di diabolica perfidia a Cristo in Croce. Non si era ancora giunti a un tale disprezzo della religione cristiana e di chi la professa da irridere, tramite l'abominevole volgarità dell'immagine, persino la morte di Gesù sulla Croce". Ha scritto in una nota il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna. "Che dire poi - aggiunge il cardinale - del tempismo che vede in contemporanea il teatrino del Cassero profanare il dramma del Calvario e sulle sponde del Mediterraneo la demolizione delle croci e di ogni simbolo cristiano dalle chiese assaltate dall'Isis? Quando si invoca la libertà di espressione a giustificazione della libertà di insulto, c'è da chiedersi se sia prossima la fine della democrazia. E ci si domanda - conclude - a che titolo l'Istituzione comunale possa concedere in uso gratuito ambienti pubblici a gruppi che li utilizzano per farne luogo di insulto e di dileggio". Il sindaco Merola: indignato "Più che una opinione ho una indignazione, nel senso che questa città e il sindaco hanno sostenuto e sostengono i diritti delle minoranze, in questo caso in particolare delle coppie gay a vedere riconosciuti i loro diritti così come nel resto d'Europa. Credo che questi episodi facciano danno prima di tutto alla causa di questi diritti". Lo ha detto il sindaco di Bologna, Virginio Merola, commentando la polemica sulle foto blasfeme scattate durante una serata al circolo Arcigay Il Cassero di Bologna. "Credo che ci siano delle persone che nella migliore delle ipotesi non si rendono conto di quello che fanno - ha aggiunto - Se si vuole il rispetto degli altri bisogna prima di tutto rispettare noi gli altri. Questa cosa è indegna, ha fatto bene il presidente del Cassero a chiedere scusa. Si deve fare di più, si deve impedire che queste cose possano succedere dentro al Cassero, ma non per generalizzare. Vedo che c'è chi chiede di bruciare convenzioni o cose di questo tipo: le responsabilità sono sempre penali e individuali". Il Comune di Bologna: ognuno si assuma le proprie responsabilità "Nessuna censura, ma il Cassero si assuma la responsabilità di una grave offesa, che ha molto più del volgare e provocatorio. La cultura dei diritti che vede da sempre questa città differenziarsi è stata costruita attraverso una diffusa cultura del rispetto, che ci pare mancato in questa occasione". Lo afferma, con una nota, l'Amministrazione comunale di Bologna. Il consigliere di opposizione: non con i soldi pubblici "Stop alle iniziative blasfeme e offensive della dignità dei cristiani!". A scriverlo su Facebook è il consigliere comunale di Forza Italia Michele Facci. "Tutti devono sapere: queste offese sono finanziate dal Comune di Bologna - ha scritto - I soldi pubblici devono sostenere asili, anziani, minori, politiche della sicurezza, ecc. Se proprio il Cassero vuole offendere, lo faccia con i propri soldi. Non con i nostri".  Il consigliere di maggioranza: non in uno spazio comunale Sul caso è intervenuta anche la consigliera comunale del Pd Raffaella Santi Casali: "Non trovo una sola ragione per cui questa roba debba avere luogo in una sede del Comune e finanziata coi soldi di tutti", ha scritto sul social network.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: