martedì 8 gennaio 2013
​Proteste all'arrivo ad Aversa. La relazione del ministero della Salute evidenzia l'anomalia del territorio compreso tra Napoli e Caserta, ma non la correla direttamente all'inquinamento e ai roghi tossici da rifiuti.
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Il ministro della Salute Renato Balduzzi è stato contestato al suo arrivo in piazza Municipio ad Aversa, dove si terrà una conferenza stampa indetta da un gruppo di medici aderenti all'Associazione medici per l'ambiente e dei cittadini aderenti al Movimento di insorgenza civile. I manifestanti hanno urlato slogan contro il ministro, come "qui stiamo morendo": un riferimento al dossier del dicastero della Salute sul record di casi di tumore in Campania, fenomeno che i cittadini attribuiscono all'inquinamento e ai roghi tossici di rifiuti, mentre dal ministero è stato sottolineato che non è stato dimostrato un nesso tra questioni ambientali e mortalità. È una "magra consolazione" la presa d'atto da parte del Ministero della Salute che "tra Napoli e Caserta c'è un problema tumori", perchè "non viene affermato il nesso di causalità tra questo aumento e il disastro ambientale dovuto allo smaltimento di rifiuti tossici". Lo ha dichiarato Antonio Marfella, oncologo dell'istituto "Pascale" di Napoli e referente di Medici per l'ambiente per la provincia di Napoli, in presidio all'esterno del Municipio di Aversa dove il ministro della Salute Renato Balduzzi sta presentando la relazione sui tumori in Campania."Credo che sia il momento di fare un salto di qualità, di avere una regia complessiva per poter fare un cambio di marcia" ha detto il ministro Balduzzi, spiegando che "in questi mesi ci sono stati studi che si stanno approfondendo. Dobbiamo coordinare la regia e condividere il quadro epidemiologico attraverso la creazione di una rete di discussione con medici e l'associazionismo così da poter avere un confronto con le istituzioni, solo così possiamo adottare un metodo. C'è qualcuno che pensa che ci sono studi chiusi nel cassetto, ma questo è un preconcetto: non ci sono altri dati". Il ministro ha poi proposto ufficialmente la creazione di una task force con la regione per attuare sei punti "in primis serve la raccolta di informazioni, poi è necessario promuovere corretti stili di vita, in seguito è necessaria la prevenzione primaria, poi il potenziamento la campagna di screening e del sistema di cure e, infine, percorsi diagnostici terapeutici". "Non si può inoltre ignorare - ha concluso - l'alta percezione del rischio che la popolazione residente presso i siti dismaltimento dei rifiuti avverte e quindi una risposta di sanità pubblica proporzionata al contesto è opportuna"
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