martedì 1 dicembre 2015
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Molti laicisti portano avanti la battaglia contro la tradizione culturale italiana, intrisa della cultura religiosa cristiana, nascondendosi dietro un malinteso senso del rispetto per le altre religioni e tradizioni. In realtà, come si è visto anche in questi giorni nel caso del preside di Rozzano, che voleva abolire la festa di Natale, molti islamici non la pensano così. Tra le voci islamiche su questa linea c'è anche quella degli sciiti dell'Associazione islamica imam Mahdi (A.J.). Nella home page del loro sito, che si propone di fare "conoscere e approfondire l'Islam Shi'ita", compare l'immagine di un presepe e una nota dal titolo "Il presepe e le festività cattoliche in Italia". Nel testo, che proponiamo sotto integralmente, si legge anche: "La dottrina Islamica prevede inoltre il diritto dei credenti Cristiani a celebrare le proprie festività nei Paesi musulmani, senza che ciò possa essere loro negato od impedito". Inoltre si legge anche: "Come cittadini Italiani di fede Islamica, non soltanto non abbiamo dunque alcuna particolare obiezione al fatto che in un Paese di tradizione Cristiana si esibiscano i simboli religiosi e si commemorino le festività legate a questa tradizione – così come ci aspettiamo che avvenga coerentemente nei Paesi di tradizione Islamica – bensì non abbiamo nemmeno alcun interesse a promuovere una minore visibilità della “religiosità diffusa” che caratterizza questo Paese, che consideriamo anzi un’eredità spirituale in cui affondano le radici del dialogo e della comprensione reciproca". Di qui si arriva a dire a chi vuole eliminare i segni religiosi e le feste nelle scuole o altrove di non farsi scudo dei musulmani: "Invitiamo dunque a non presumere da parte nostra – né tanto meno attribuirci – alcun pregiudizio negativo circa la presenza di simboli religiosi Cristiani o la commemorazione di festività Cattoliche". Il testo integrale della nota sul sito Islamshia.org In relazione ai recenti e reiterati provvedimenti di sospensione, che hanno interessato la celebrazione di ricorrenze religiose Cattoliche presso alcuni istituti scolastici della Repubblica Italiana, nonché rispetto alle frequenti polemiche relative ad ipotesi di rimozione dei simboli religiosi Cristiani dagli uffici pubblici del nostro Paese, vorremmo esprimere chiaramente quanto segue. Come Musulmani, veneriamo Gesù Cristo come Parola di Dio (kalimatu-Llâh) e Spirito (rûh) proveniente da parte Sua. Ne attestiamo la nascita miracolosa dal seno della Vergine Maria, narrata nel Nobile Corano; ne attendiamo inoltre il ritorno come Messia, al fianco dell'Imam Mahdi, che soverchierà le forze dell’Anticristo. Sebbene esprima una teologia diversa da quella Cristiana, la dottrina Islamica prevede inoltre il diritto dei credenti Cristiani a celebrare le proprie festività nei Paesi musulmani, senza che ciò possa essere loro negato od impedito. Come cittadini Italiani di fede Islamica, non soltanto non abbiamo dunque alcuna particolare obiezione al fatto che in un Paese di tradizione Cristiana si esibiscano i simboli religiosi e si commemorino le festività legate a questa tradizione – così come ci aspettiamo che avvenga coerentemente nei Paesi di tradizione Islamica – bensì non abbiamo nemmeno alcun interesse a promuovere una minore visibilità della “religiosità diffusa” che caratterizza questo Paese, che consideriamo anzi un’eredità spirituale in cui affondano le radici del dialogo e della comprensione reciproca. Per noi – che pure non festeggiamo il Natale – delle festività più buie e meno sentite non rappresentano un elemento di progresso e di emancipazione, bensì un sintomo di decadenza e di disperazione, che certamente non auspichiamo, e che anzi desideriamo contribuire a medicare, insieme: ciascuno con gli strumenti e con le specificità che lo contraddistinguono. Invitiamo dunque a non presumere da parte nostra – né tanto meno attribuirci – alcun pregiudizio negativo circa la presenza di simboli religiosi Cristiani o la commemorazione di festività Cattoliche: al contrario, auspichiamo che questi possano anzi costituire per i nostri concittadini una rammemorazione della comune Patria celeste, ed una forma di fedeltà agli insegnamenti delle tradizioni di fede, a fronte delle emergenze del nichilismo e della profonda crisi spirituale che ci troviamo a fronteggiare. Insieme.
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