mercoledì 16 marzo 2016
Il Senato approva la legge che istituisce la giornata della memoria dei migranti morti in mare. Sarà il 3 ottobre, perché quel giorno nel 2013 morirono vicino alle coste di Lampedusa 366 persone.
Migranti, 3 ottobre giornata contro l'indifferenza
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L'Aula del Senato ha detto sì all'istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione con 143 sì, 9 no e 69 astenuti.Il provvedimento già approvato dalla Camera diventa legge. Ogni 3 ottobre si ricorderà il giorno del naufragio di Lampedusa, avvenuto il 3 ottobre 2013, nel quale vicino alle coste di Lampedusa 366 persone, tra cui molte donne e bambini, tutti eritrei. Il cammino iniziato ad aprile alla Camera si chiude al Senato grazie alla battaglia condotta dal 'Comitato 3 ottobre' che lanciò una petizione sui social per la legge raccogliendo 30 mila firme e alla sensibilità di buona parte dei parlamentari italiani. Il prossimo 3 ottobre, nel terzo anniversario del naufragio - una delle più grandi catastrofi marittime del secolo nel Mediterraneo - ci auguriamo sia qualcosa più di una commemorazione. È giusto ricordare che le nostre istituzioni da quel naufragio sono state colpite, esattamente come il popolo italiano, e ne hanno tratto ispirazione per dare vita a grandi operazioni umanitarie. Dopo il 3 ottobre 2013 l’allora premier Enrico Letta decise infatti di lanciare Mare Nostrum, grazie alla quale la Marina Militare e la Guardia Costiera hanno salvato in un anno la vita di 100 mila persone attirandosi le ingiuste critiche di molte cancellerie per le quali, in sostanza, i salvataggi di esseri umani avrebbero favorito i trafficanti. Il governo Renzi ha agito in continuità e l’operazione Triton, che ha raccolto il testimone di Mare Nostrum anche se doveva essere un pattugliamento europeo circoscritto, nei fatti grazie all’attenta regia italiana ha evitato molte stragi e ha attirato le stesse critiche infondate. Perché il 3 ottobre fu invece uno stimolo a squarciare il velo sul racket che dalla Libia gestisce senza scrupoli il traffico di esseri umani. La nostra magistratura ha inflitto una condanna esemplare (30 anni) a uno scafista somalo che torturava i migranti e che era stato riconosciuto dalle sue vittime. E poche settimane fa ha condannato gli organizzatori eritrei ed etiopi (alcuni atitanti) di quel viaggio che prevedeva di sovraccaricare il peschereccio chiudendo nella stiva di chi - madri e figli - aveva pagato di meno. Accuse infondate che costituivano i prodromi della crisi dei migranti che da questa estate mina le fondamenta stesse dell’Ue. Il segnale politico che oggi il Parlamento italiano può dare a Bruxelles è forte, l’approvazione è una risposta netta a quegli Stati che perseguono la politica dei muri e della chiusura dei confini. E, nell’intenzione dei promotori, è un ricordo di tutti i morti - si stima siano 450 solo in questa striscia temporale del 2016 - dei viaggi della speranza. Il 3 ottobre diventi giorno di lotta all’indifferenza.
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