lunedì 11 aprile 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Nel campo di Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, dove dal 9 marzo scorso quando è stata chiusa la rotta balcanica, oggi i bambini giocano con pallottole di gomma e bombolette a gas oramai vuote. L'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite ha espresso"preoccupazione" per l'utilizzo da parte della poliza macedone dei gas lacrimogeni e delle pallottole di gomma contro i migranti a Idomeni e per la "risposta dell'Europa" alla situazione dei rifugiati.

(Twitter)

(Twitter)

(Twitter)
Gas lacrimogeni e granate assordanti sono state lanciate dalla polizia di frontiera in Macedone a Idomeni, su 500 migranti che cercavano di superare le recinzioni del confine, sbarrato da settimane. Decine i feriti, centinaia le persone intossicate, tra loro anche molti bambini e donne raggiunti nelle tendopoli dal fumo tossico per via del vento. È accaduto domenica 10 aprile.

«La clinica di MSF a Idomeni è stata piena di pazienti tutto il giorno. Tre bambini avevano ferite alla testa causate dai proiettili di gomma. Le persone all’esterno della clinica urlavano e molte di loro avevano in mano quei proiettili” aveva spiegato Coron Kenny, medico di Medici Senza Frontiere a Idomeni. «Una donna siriana incinta è venuta alla clinica con i suoi bambini. Mi ha detto che si trovava vicino al confine quando sono stati lanciati i lacrimogeni. Tutti hanno iniziato a scappare e lei è caduta».

Il giorno dopo gli scontri la tensione è ancora alta: «I nostri ambulatori hanno ricevuto circa 300 persone, di cui almeno 200 avevano problemi respiratori dovuti ai gas lacrimogeni -  ha fatto il punto il presidente di Medici Senza Frontiere, Loris Filippi -. La cosa però più grave è l’utilizzo, da parte della polizia macedone, di proiettili di gomma; abbiamo avuto circa 40 persone ferite da questi proiettili, e tra queste anche alcuni bambini».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: